GENOVA – Prigioniera delle fiamme divampate nella notte nella propria casa al secondo piano, una coppia con un figlio di otto anni, è stata costretta a lanciare il bimbo dalla finestra e poi a gettarsi a sua volta nel vuoto per cercare di salvarsi. E’ successo alle 3 di notte del 22 aprile nel centro di Casella, nell’entroterra di Genova.
L’esito è stato drammatico: l’uomo e il bambino sono condizioni critiche, in coma, all’ospedale San Martino, con fratture e traumi vari. La donna, meno grave visto che la sua caduta è stata attutita dalle corde da stendere, è ricoverata con ustioni al Villa Scassi di Sampierdarena.
La mamma pochi minuti prima aveva chiesto aiuto ai vigili del fuoco con una telefonata: “Correte, qui brucia tutto”. Quando i pompieri sono giunti sul posto, l’edificio, di due piani e con un bar al pianterreno, è crollato rischiando di travolgere i vigili del fuoco che sono riusciti a mettersi in salvo scappando solo poco prima del cedimento della casa.
Sulle cause, scrive Il Secolo XIX, che hanno provocato le fiamme ancora non ci sono certezze. Viste le rigide temperature di questi giorni, però, è possibile che la famiglia abbia acceso l’impianto di riscaldamento e che un malfunzionamento dello stesso abbia provocato l’incendio.