CASERTA – Un delitto passionale dovuto alla gelosia o ad un raptus scatenato da un istinto sessuale, o maturato in un contesto familiare segnato da un disagio economico profondo al limite dell’indigenza.
E’ tra queste due ipotesi che potrebbe celarsi, per gli investigatori della polizia, il movente della morte di Antonietta Afieri, la donna di 50 anni il cui cadavere in avanzato stato di decomposizione è stato scoperto poco dopo le 19 di martedì da un bambino che stava giocando a pallone insieme ad alcuni amici nell’area di pertinenza della stazione ferroviaria di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) nascosto in mezzo ai cespugli e sotto pesanti traversine di legno, per la cui rimozione è stata necessario l’intervento di un gru dei vigili del fuoco di Caserta.
La donna era scomparsa il 18 giugno scorso e del suo caso si era occupato anche la trasmissione “Chi l’ha visto”. I due figli di 23 e 20 anni l’hanno riconosciuta dalle scarpe da ginnastica e dalla maglietta verde con bretelle rinvenuti sul cadavere, ormai uno scheletro con pochi lembi di tessuto ma per il riconoscimento ufficiale si dovrà comunque attendere l’esame del dna. Così come si dovrà aspettare l’autopsia per avere un preciso riscontro all’ipotesi dell’omicidio, al momento privilegiata dagli inquirenti (ad indagare la Polizia Ferroviaria di Caserta e il Commissariato di Santa Maria Capua Vetere) sebbene si basi su elementi indiziari, in particolare la profonda lesione al cranio, che secondo i primi accertamenti compiuti del medico legale subito dopo il ritrovamento sarebbe compatibile con un colpo ricevuto da un corpo pesante (come una pietra).
Qualche elemento rilevante sebbene non univoco è stato aggiunto nel pomeriggio dai figli e da altri parenti (sentiti al commissariato di Santa Maria) che hanno parlato di una relazione burrascosa che la donna avrebbe avuto con un uomo non ancora identificato, un rapporto che la Afieri voleva interrompere; l’ipotesi del delitto passionale sarebbe suffragata anche dall’assenza dei pantaloni e di altri indumenti intimi. La donna potrebbe essere stata anche violentata ma solo l’autopsia confermerà tale ulteriore ipotesi degli investigatori. Qualche congiunto ha parlato poi di contrasti in famiglia dovuti al disagio economico vissuto dalla donna – residente con i due figli in un appartamento di via Avezzana – nel periodo precedente alla scomparsa e relativo alla pensione della madre dell’Afieri; altri testimoni hanno riferito di averla vista disperata chiedere i soldi per strada e di averla vista litigare nei pressi della stazione.
Voci su cui sono in corso le verifiche degli inquirenti. Già nelle prossime ore comunque la Procura di Santa Maria Capua Vetere potrebbe decidere di aprire un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario.