Celentano contro Buttafuoco: “Tu intellettual farisaico, Pa’ Francesco un puro”

Celentano contro Buttafuoco: "Tu intellettual farisaico, Pa' Francesco un puro"
Celentano contro Buttafuoco: “Tu intellettual farisaico, Pa’ Francesco un puro”

ROMA – Giù le mani da “Pa’ Francesco”. Così Adriano Celentano replica a Pietrangelo Buttafuoco che in un articolo apparso sul Fatto Quotidiano aveva definito Bergoglio un’icona pop, il cui “effetto Marziano a Roma” era già svanito.

Parole che il cantautore non ha gradito, al punto da spingerlo a farsi carico d’ufficio delle difese di Pa’ Francesco (come lo chiama lui) che è

“uno di quei puri di cuore contro cui oggi, come ieri, nulla possono gli `intellettual-farisaici´ del nostro tempo che rosicano di fronte alla schiacciante sconfitta”.

Ha ragione Buttafuoco, scrive Celentano sul suo blog

“quando dice che il Papa ‘non indica un inizio ma il segno della fine’. Infatti indica la fine degli imbecilli e di quelli che, come l’avvilito Buttafuoco appunto rosicano perché pesantemente battuti da uno che è puro di cuore. Un AMORE, quello dei puri o di chiunque voglia intraprendere la via della semplicità, che neanche l’aberrante malvagità di quei CHIODI sulla CROCE, hanno potuto minimamente scalfire. Ma Butta-cazzate non demorde. Specie quando parla del Papa: ‘Attento in ogni sua azione solo per ricavarne il plauso che volge in parodia’.

Per Celentano è un volgare e grossolano errore

“da parte di chi è convinto di sapere. Certo è difficile credere che anche il Papa, come tutti gli esseri umani, non provi un certo piacere nel ricevere il plauso del popolo. Guai se così non fosse. Poiché quel plauso di cui tu sparli (rivolgendosi a Buttafuoco, ndr), non è soltanto un incoraggiamento a non fermare i passi di una rivoluzione da lui iniziata fin dal suo primo ‘buonasera!’ ma cosa più importante e direi vitale, ha il grande compito di scatenare quel fuoco che mentre, nel tuo cognome è mal riposto, nella testa di ognuno di noi libera invece le cosiddette Endorfine, le quali sono in grado di procurare uno stato di euforia necessaria a poter gioire quel tanto che basta per non smettere di lottare. E questo specie quando la lotta, oggi più che mai, si fa sempre più dura. Ecco perché il Papa ci chiede sempre di pregare per lui”.

 

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