VERCELLI – Cinghiali radioattivi in Valsesia, con livelli di cesio 137, isotopo nucleare, dieci volte sopra la soglia consentita. Ma da dove è arrivata questa sostanza radioattiva? Dall’incidente nucleare di Chernoby? O dalla vicina centrale di Trino Vercellese, smantellata nel 1987? Oppure c’è stato un incidente fantasma, di cui non si è saputo nulla?
Quel che è certo è che il cesio 137 è un prodotto derivato dalla fissione nucleare. Come quello disperso, appunto, dall’incidente dell’impianto ucraino il 26 aprile del 1986.
L’incidente di Fukushima, in Giappone, è stato escluso dalle possibili cause: come ha spiegato alla Stampa il meteorologo Luca Mercalli dopo lo tsunami dell’11 marzo 2011 le correnti atmosferiche hanno spinsero il pennacchio radioattivo sull’Oceano Pacifico, poi verso l’Alaska. La radioattività si diluì in un territorio così ampio da rendere impossibili concentrazioni come quelle trovate in Valsesia.
Il cesio è stato trovato nelle carcasse di 27 cinghiali nei boschi della provincia di Vercelli, ai piedi del Monte Rosa. Gli animali erano stati abbattuti nel 2012 e 2013 dai cacciatori. Le tracce di cesio sono state riscontrate durante i controlli a campione di routine in un’indagine sulla trichinellosi, malattia parassitaria che colpisce maiali e cinghiali. Sono così alte da aver fatto scattare l’allarme al ministero della Salute: fino a 5.621 Becquerel per Kilo quando il livello di guardia è 600 Bq/Kg.
Renato Balduzzi ha convocato in tutta fretta i carabinieri del Nas e del Noe. Venerdì 8 marzo è indetta una riunione d’emergenza. Dopo l’incontro in Valsesia arriverà un laboratorio mobile della sezione inquinamento da sostanza radioattive, nucleo specializzato del Noe.
Verranno analizzati i campi e i boschi, in particolare il terreno. Il rischio contaminazione riguarda soprattutto funghi e tuberi di cui si cibano i cinghiali stessi.
Legambiente è lapidaria: “Non può essere altro che la ricaduta delle emissioni della centrale di Chernobyl, ha detto alla Stampa il presidente della sezione Piemonte, Gian Piero Godio. Anche se i livelli riscontrati mi sembrano inverosimili”.
I commenti sono chiusi.