ROMA – Studenti e professori sono scesi nelle piazze italiane uniti nel dire “no” alla Buona Scuola del governo Renzi. Il corteo con 7mila persone sfila a Roma, mentre a Napoli e Milano si sono registrate tensioni, con scontri e feriti tra i manifestanti e le forze dell’ordine. I manifestanti dicono con forza “no alla distruzione della scuola pubblica“. Cortei e scontri proseguono la mattina del 13 novembre anche nelle piazze di Torino, Cagliari e nelle altre città italiane.
A Roma il corteo ha sfilato per le strade della Capitale per poi arrivare fino a Montecitorio, dove 7mila studenti e docenti ribadiscono che per loro non è la riforma della “Buona scuola”., ma della “Buona sola”. Ai ‘prof’ scesi in piazza oggi a Roma proprio non piace il progetto di Matteo Renzi per cambiare volto all’istruzione pubblica italiana. E c’è chi, tra i docenti, ha deciso di scendere in piazza oggi con una maschera da mostro, un volto chiodato che ricorda il personaggio Pinhead del film horror Hellraiser. L’insegnante in una mano regge un cartello con due cornici nelle quali sono raffigurati due zombie accompagnate dalla scritta ‘Con Renzi la scuola cambia volto’, nell’altra un manichino con un teschio e al collo appeso il cartello ‘Corpo docente’.
“Con la riforma Renzi – spiega la prof che lavora in una scuola media vicino piazza Mazzini a Roma – si dà la spallata alla scuola che cambia completamente: gli organi collegiali vengono meno e il preside padre-padrone ha sempre più potere. Il corpo docenti viene ridotto all’osso quando siamo noi a portare avanti tutto. È una scuola sempre più povera e senza risorse quando ci vogliono far credere il contrario”.
Una sua collega, invece, ha preferito indossare un cappello da strega con sopra una bandierina con la scritta ‘No alla buona scuola’.
A Napoli invece forti momenti di tensione sono stati registrati nella mattinata, culminati con scontri tra polizia e manifestanti. Due giovani e quattro poliziotti sono rimasti feriti durante l’azione di alleggerimento che le forze dell’ordine hanno eseguito quando il corteo degli studenti in corso a Napoli si stava avvicinando a piazza Trieste e Trento per dirigersi verso la sede di Confindustria. Gli agenti hanno portato due giovani in Questura. Al momento la polizia sta valutando la loro posizione anche visionando le immagini dei sistemi di videosorverglianza della zona. Secondo quanto riferisce la polizia, i due ragazzi feriti avrebbero rifiutato le cure per poi allontanarsi.
Anche a Milano la tensione è stata alta durante il corteo e la polizia ha respinto con una breve carica di alleggerimento un gruppo di studenti che voleva raggiungere il palazzo del Miur, a Milano. Durante la carica un professore di 50 anni e una ragazza di 18 sono stati colpiti alla testa riportando un taglio.
“Sono stato colpito da una manganellata della polizia – ha raccontato all’ANSA il docente che lavora in un istituto professionale milanese -, ero a volto scoperto”.
La ferita non sarebbe grave e per ora è stata tamponata con un sacchetto col ghiaccio. Lo stesso vale per la studentessa. Entrambi sono stati medicati sul posto. I manifestanti (circa un centinaio di persone) si sono riuniti in una breve assemblea e ora si stanno dirigendo in via Rosellini per organizzare il resto degli appuntamenti della giornata. La protesta era partita questa mattina da piazza Cairoli e si è accesa soltanto nel momento in cui il gruppo ha deviato dal percorso prestabilito e ha provato a forzare il cordone di agenti nel tentativo di raggiungere gli uffici del Miur.
A Cagliari il Cobas, l’Anief e altre sigle sindacali hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale. Bandiere, striscioni e una convinzione: i meccanismi della legge 107 si possono correggere.
“C’è ancora molto da fare – spiega Giorgio Canetto (Cobas), riferendosi anche alle ultime assunzioni – anzi forse il peggio potrebbe cominciare proprio adesso: la mobilità straordinaria rimetterà in gioco tutte le cattedre provocando uno scombussolamento anche nelle assegnazioni già stabilite”.
Un altro punto interrogativo: “C’è il rischio che il prossimo concorso – avverte – arrivi prima della fine della mobilità creando nuova confusione”. In piazza Galilei anch e una delegazione del movimento delle valigie che da questa estate lotta per evitare l’emigrazione dei docenti: “Credo le nostre manifestazioni – ha spiegato Bianca Locci, leader della protesta – abbiano avuto un peso sull’ultima tornata di assunzioni. Prime le certezze di restare non c’erano. Questo nuovo giro dovrebbe tenere conto anche di quelli che non hanno presentato la domanda per paura di dover partire. Lo ribadiamo: anche noi che siamo già stati destinati fuori dalla Sardegna vogliamo lavorare nella nostra terra. La nostra unica colpa è quella di avere una specializzazione e punteggi più alti”.
A Torino alcuni studenti hanno dato vita ad un lancio di uova contro la sede del Miur di corso Vittorio Emanuele e scandito slogan contro il ministro Giannini e il premier Renzi. In piazza Castello è stata invece bruciata una bandiera del Pd, che i manifestanti avevano portato con sé. La manifestazione si è poi conclusa senza incidente e gli studenti, alcune centinaia, hanno scandito lungo tutto il percorso del corteo slogan contro il ministro Giannini e il premier Renzi. Dopo il lancio di uova contro la sede del Miur, e la bandiera del Pd data alle fiamme, i manifestanti hanno occupato per alcuni minuti il deposito Gtt di corso Tortona, per protestare contro il caro abbonamenti, e hanno poi proseguito fino al Campus Einaudi, dove il corteo si è sciolto.
(Foto Ansa)
Gli scontri a Napoli (Ansa)