ROMA – Non ha ricevuto l’assoluzione in confessionale perché sposerà un uomo divorziato: è accaduto ad una donna di Treviso, cattolica praticante.
Anche questo giovedì santo, come tutti gli anni, la donna è andata nella Chiesa di San Francesco per ricevere il sacramento della riconciliazione. Ma questo le è stato negato. Il fatto che lei presto sposerà un uomo divorziato è per il frate che l’ha confessata un progetto di vita incompatibile con i sacramenti, scrive Orazio La Rocca su Repubblica.
La donna non l’ha presa bene. Ha raccontato la propria delusione e mortificazione ad un sito internet: “So perfettamente che quando sarò sposata non potrò accostarmi al sacramento della comunione, altra cosa inconcepibile, ma oggi sono ancora nubile e basta l’intenzione di sposarmi per ricevere un trattamento vergognoso. Tanto più che il frate non sapeva nulla di me”.
Padre Marco, superiore del convento San Francesco, ha a propria volta affida al web una breve riflessione sulla vicenda: “Mi fido dei miei confratelli e quando assegno le confessioni i frati hanno anche il mandato del vescovo. E’ chiaro, tuttavia, che possono sempre esserci degli errori. Negare l’assoluzione è qualcosa di molto doloroso, una scelta non facile per noi.Ci sono, però delle situazioni molto precise a cui dobbiamo attenerci come nel caso di persone divorziate perché per la chiesa chi si sposa con il rito religioso è per sempre”.
Ma il frate ha dalla propria parte anche la Chiesa: “Quel sacerdote non poteva comportarsi diversamente”, ha fatto sapere l’arcivescovo Gianfranco Girotti, stretto collaboratore di Joseph Ratzinger e reggente della Penitenzeria apostolica, il dicastero vaticano che sovrintende ai grandi peccati che commettono gli ecclesiastici e alla preparazione dei confessori. “Il parroco della chiesa trevigiana di San Francesco è stato coerente perché quella signora, pur essendosi accostata al sacramento della confessione, non ha dato nessuna prova di essere pronta a cambiare atteggiamento”.
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