Altro che due miliardi di euro, il patrimonio della famiglia Agnelli all’estero è di almeno 20 miliardi. Lo rivela una fonte molto vicina alla famiglia torinese, ad Affaritaliani.it, spiegando perché tutto il potere è e rimane nelle mani di John Elkann.
La fonte spiega che si tratta di una prassi comune nelle famiglie reali, dove all’erede designato vanno tutti gli averi e gli altri si tengono le briciole. Era già successo con Gianni e Umberto Agnelli: il nonno lasciò tutto all’avvocato mentre il fratello minore si accontentò di una piccola parte del patrimonio e di un ruolo secondario nell’azienda di famiglia.
Un patrimonio all’estero che in un periodo di lotta all’evasione fiscale duro come questo non poteva certo passare inosservato, anche se molti dubitano fortemente che venga fatto qualcosa al riguardo.
La battaglia legale della famiglia Agnelli va comunque avanti. Il giudice del Tribunale di Torino Brunella Rosso ha respinto, dichiarandoli inammissibili, documenti e testimonianze che Margherita Agnelli era pronta a produrre a sostegno delle sue tesi. La verità sulla successione dell’Avvocato si conoscerà il 12 novembre, data fissata per la prossima udienza.
Nel frattempo però c’è l’indagine dell’Agenzia delle Entrate sul sistema di holding estere che custodiva buona parte del patrimonio dell’ex presidente Fiat, su cui la Guardia di Finanza già da tempo aveva raccolto ampio materiale. La verità da verificare è se c’è stata violazione della normativa fiscale.
Poi ci sono anche le questioni legate alla Juventus. Dino Baggio passò dal Torino alla Juventus nel 1991. Costo dell’operazione 9 miliardi di lire, di cui la metà pagati in nero su un conto svizzero di Borsano, ex presidente del Torino Calcio. La procura di Torino indagò sui fondi neri alla Juve ma Gianni Agnelli garantiva: «Ci ho messo soldi miei, presi dal mio conto in Svizzera». Lo testimoniò davanti ai magistrati.
Ma non è finita, c’è anche la questione delle case. Margherita dubita infatti di alcune proprietà immobiliari della madre, perfino della villa in Svizzera, lasciando intendere che le case sarebbero state intestate a Marella o ad altri ma in realtà di proprietà dell’Avvocato e dunque dovevano entrare nella divisione ereditaria.
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