Federica Mangiapelo, Cassazione conferma condanna del fidanzato Marco Di Muro

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Federica Mangiapelo, Cassazione conferma condanna del fidanzato Marco Di Muro

ROMA – La Cassazione ha confermato la condanna a 14 anni di carcere per Marco Di Muro, accusato di aver ucciso la fidanzata Federica Mangiapelo sul lago di Bracciano il 1° novembre 2012. Il giovane era stato condannato in Appello a 14 anni di carcere e il 12 dicembre i giudici della Cassazione hanno confermato la condanna per omicidio volontario. I familiari di Federica hanno accolto con soddisfazione la decisione dei giudici e lo zio Massimo Mangiapelo ha scritto su Facebook: “E finalmente, dopo cinque lunghi anni di attesa, possiamo dirlo: Marco Di Muro è l’assassino di mia nipote Federica. La Cassazione ha confermato la sua condanna in appello a 14 anni di carcere”.

Il sito del Fatto quotidiano scrive che Di Muro ha sempre dichiarato di non essere stato presente al momento della morte di Federica, il cui corpo fu ritrovato sulle sponde del lago di Bracciano nel 2012. Gli inquirenti ipotizzarono inizialmente che la ragazzina di 16 anni fosse morta per cause accidentali, dato che sul suo corpo non erano stati trovati segni di violenza. Poi la svolta nel dicembre 2014, quando il fidanzato Di Muro è stato arrestato:

“I sospetti ricaddero inizialmente su Di Muro. Il quale, immediatamente interrogato, disse che nel periodo in cui fu fatto risalire quell’annegamento, lui non si trovava con la fidanzata. Dall’autopsia, l’iniziale conferma: il responso fu quello di morte per cause naturali. Di Muro fu iscritto nel registro degli indagati come “atto dovuto”, al fine di consentire agli specialisti del Ris di effettuare alcuni ulteriori accertamenti, ma anche perché il ragazzo fu ritenuto l’ultima persona ad aver visto Federica. Il giovane più volte disse di avere lasciato la fidanzata da sola, in una notte particolarmente fredda e piovosa, attorno alle 3.

La svolta nelle indagini arrivò nel dicembre del 2014, quando Di Muro fu arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. L’ipotesi accusatoria fu quella di un litigio, forse per motivi di gelosia, al culmine del quale ci sarebbe stato uno strattonamento, una caduta a terra, e alla fine l’annegamento causato dallo stesso Di Muro, che trattenne la testa della fidanzata sotto l’acqua. Ipotesi confermata da un ulteriore accertamento: la perizia pneumologica in sede d’incidente probatorio stabilì che Federica era morta per annegamento, e non per cause naturali”.

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