Via dei Fori Imperiali chiusa al traffico dei cittadini (ma come andrà con le auto blu?) sta per diventare realtà e montano le polemiche.
Mentre Roma sprofonda nel caos, assediata dagli zingari, con i pedoni terrorizzati dai ciclisti che scambiano i marciapiedi per il velodromo Vigorelli, il nuovo sindaco Ignazio Marino paga pegno ai pregiudizi ideologici di una parte ultra minoritaria della sinistra, incurante dei lamenti di quelli che pagheranno sulla loro pelle le sue scelte sbagliate.
Anche Repubblica, che si sente organo semiufficiale delle giunte di sinistra in Comune e in Regione e tende a nascondere le notizie sgradevoli e a diffondere in modo acritico quelle positive, non ha potuto esimersi da questo titolo:
“Chiusura ai Fori, in via Merulana più 30% di auto. Stop al traffico privato, proteste all’ Esquilino“.
Riferisce Marco Ciaffone che
“la relazione di Alessandro Fuschiotto, ingegnere dell’Agenzia per la mobilità, ha scaldato gli animi”
anche se con quella arroganza che fa superare le distanze fra destra e sinistra appena uno vede un po’ di potere, il “minisindaco” Sabrina Alfonsi zittisce tutti:
“Le regole non ci imponevano l’incontro col tecnico, ma abbiamo voluto impegnarci in un atto di trasparenza”.
Hai voglia, c’è un clima da rivoluzione…
I “punti nevralgici” del progetto, secondo l’ingegnere comunale:
“Prevediamo un moderato aumento del traffico su via Salvi e via degli Annibaldi, mentre su via Labicana verranno deviati circa 1.500 veicoli e si perderanno una trentina di posti auto”.
Le parole del tecnico sono più crude nella cronaca del Messaggero:
“Secondo le stime degli uffici comunali, la nuova viabilità raddoppierebbe il traffico in via Labicana, con 2.300 veicoli l’ora”.
Si parla di una delle strade più trafficate di Roma, come via Merulana, quella del “pasticciaccio di Gadda. Qui
“il problema sarà gestire il rispetto dei divieti di sosta per un tratto nel quale, in alcuni momenti, prevediamo un aumento dei veicoli tra il 25 e il 30%”.
Così, per gradire, come a parlare di coleotteri. Qui l’onesto cronista riferisce puntuale:
“E qui scoppia la bagarre: «Questo è un attentato alla salute di chi vive all’Esquilino», grida a ripetizione un residente. Il diverbio scoppia anche tra una rappresentante di #Salvaciclisti e un cittadino di via Labicana sulla possibilità di istituire una pista ciclabile”.
L’ingegnere chiarisce:
“Innanzitutto, è allo studio con l’assessore comunale alla Mobilità, Guido Improta, un piano di divieto di accesso al centro per i bus turistici, che già da agosto non potranno accedere a piazza del Colosseo, né imboccare via Merulana venendo da via dell’Amba Aradam”.
La pista ciclabile si rivela un po’ una chimera:
“Al massimo ci potrà essere una corsia, perché il marciapiede di via Labicana, in alcuni punti largo solo un metro e trenta, non permette nulla di più”. Di corsia dedicata, a distanza, parlava anche il sindaco Ignazio Marino, “felice per le migliaia di email arrivate per suggerire una ciclabile”.
Nessuno però precisa dove abitano quegli entusiasti ciclisti.
Il Messaggero, più critico e meno in ginocchio nei confronti del Comune, è ancor più chiaro:
“Ambientalisti: con la pedonalizzazione dei Fori lo smog aumenterà altrove. Allarme smog sulla pedonalizzazione dei Fori imperiali. Secondo alcune associazioni ambientaliste il progetto del Comune non solo non produrrebbe una diminuzione del tasso di inquinamento nelle vie del Centro, ma rischierebbe addirittura di aumentare i livelli di polveri sottili nei quartieri confinanti, a partire dai rioni Monti ed Esquilino”.
Critico è il presidente del Fai, Andrea Carandini, archeologo di fama e ex presidente del Connsiglio superiore dei Beni culturali”:
“Togliere il traffico dal cuore di Roma farà sicuramente bene ai marmi del Colosseo. Ma al progetto del Comune sembra mancare una strategia. Ci sono alcune questioni che non vengono affrontate, come la parte archeologica dei Fori che viene lasciata così come è, con gli scavi che sono un coacervo di muri di diverse fasi che il pubblico non capisce”.
Il Messaggero cita anche Vincenzo Pepe, presidente nazionale di Fare Ambiente e professore di diritto ambientale e residente nel centro di Roma:
“Il progetto rischia di scatenare effetti controproducenti. Con la chiusura alle auto nella zona intorno al Colosseo, tutto il traffico sarà trasferito nelle vie vicine e la calca di macchine potrebbe far impennare i livelli di inquinamento”. Si rischia solo di «spostare lo smog da una zona all’altra» con la possibilità che nei quartieri maggiormente vessati «il tasso di polveri sottili lieviti oltre il sostenibile».
Continua la cronaca di Lorenzo De Cicco:
“L’ultimo report dell’Agenzia per la mobilità parla chiaro: solo il 15% dei veicoli che oggi attraversano i Fori cambieranno percorso passando per altre zone. Significa che l’85% delle auto intaserà le strade attigue al Colosseo”.
Intanto Roma è in fermento, o meglio lo è quella parte di abitanti che vive nel centro storico e anche il Pd non può fare finta di niente.
Nella seduta del Consiglio comunale prevista per il 25 luglio, annuncia la consigliera Pd Antonella Pollicita, il Pd “presenterà una mozione di indirizzo nella quale diamo un parere positivo al progetto ma chiediamo di non ignorare le criticità emerse finora, per portare a termine un’iniziativa che nasce da una visione migliore della città”.
Il capogruppo Pdl in Comune, Sveva Belviso, ha lanciato un referendum «senza colore politico» per chiedere ai residenti del Centro se sono d’accordo o meno con il piano del Comune.
Ma il sindaco Ignazio Marino sembra in crisi di hubris e di potere:
“Il referendum è stata la mia elezione“.
I commenti sono chiusi.