PAVIA – Dopo l’assoluzione di Alberto Stasi, si torna a parlare del delitto di Garlasco in cui nell’agosto del 2007 è rimasta uccisa Chiara Poggi. A far discutere sono delle accuse rivolte nei confronti del maresciallo Marchetto che punta il dito contro il capitano Cassese. Quest’ultimo, secondo il maresciallo, gli avrebbe impedito di proseguire l’interrogatorio con Stasi per far confrontare il sospettato con i famigliari. Il contrasto è sfociato in una denuncia contro Casese, e successivamente nella controdenuncia, chiesta dalla Procura, nei confronti di Marchetto.
Secondo il maresciallo, il suo superiore quel 13 agosto 2007 avrebbe “compromesso” le indagini. La tesi è che lui venne estromesso (e quindi l’interrogatorio di Alberto Stasi finì senza che si scoprisse la verità) e che da lì in poi il capitano divenne, a suo dire, un nemico e persecutore.
La denuncia è scritta in quattro pagine contro Cassese che tirano in ballo anche presunti abusi d’ufficio. Il pubblico ministero a cui è finita la denuncia, ha deciso che la questione fosse “tutta da archiviare”. Ma il maresciallo Marchetto si è opposto e il giudice delle indagini preliminari non ha ancora deciso il da farsi.
Intanto però, la procura di Vigevano ha inviato una controdenuncia con richiesta di rinvio a giudizio per Marchetto. L’accusa, fra i vari capi d’imputazione, è di aver calunniato il suo superiore. Il solo a non aver fatto nulla è il capitano Cassese, il quale rimane a guardare e aspetta che decidano i giudici.
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