Erano inseparabili e quando lei si ammala e viene ricoverata in una struttura veterinaria Enpa, lui attraversa tutta la città per ritrovarla. E’ la storia di Lancillotto e Ginevra, due gatti della colonia felina genovese, raccontata dall’Enpa. “Ginevra e Lancillotto – spiega l’Enpa – una gatta tigrata lei, un micio dal pelo rosso lui, condividevano una vita da trovatelli. Se ne stavano a oziare, beatamente appollaiati nella loro colonia felina genovese, esploravano la città zampettando tra i carrugi, si strusciavano sulle gambe dei volontari che li accudivano. Inseparabili, le loro giornate erano scandite dalla forza di un legame speciale; intenso quanto quello che unisce gli uomini. Ma la vita da randagi non è fatta soltanto di libertà”.
“E così in un giorno d’autunno Ginevra si ammala – riferisce l’Enpa – la gatta perde peso a vista d’occhio, diventa magrissima. Anna, una volontaria Enpa che si prende cura di lei, decide che non c’è tempo da perdere: l’animale, deve essere immediatamente ricoverato presso la struttura gestita dalla Protezione Animali genovese a Bolzaneto. Quel triste giorno la volontaria Enpa non fa troppo caso a un micione rosso che, con lo sguardo spaesato, segue la sua Ginevra mentre viene portata via. In fondo, pensa Anna, questo gatto sembra in salute e non c’è motivo di toglierlo al suo ambiente”.
“Passa il tempo, circa tre settimane, e la salute di Ginevra inizia, sia pure lentamente, a migliorare – prosegue l’Enpa – Certo, d’ora in poi non potrà più vivere da trovatella e avrà bisogno di cure e attenzioni particolari ma il peggio è passato. La convalescenza della gatta prosegue senza complicazioni finchè, una mattina, un’altra volontaria, Elisa, inizia a notare un micio dal pelo rosso che aveva preso l’abitudine di starsene accoccolato di fronte al giardino del centro veterinario, proprio dove era ricoverata Ginevra. Immobile, l’animale fissa la porta di ingresso. Sulle prime Elisa crede che il felino, affamato, fosse venuto a chiedere un pò di cibo. Ma deve ricredersi: Lancillotto rifiuta di mangiare e continua a non spostarsi di un centimetro dal suo posto di osservazione”.
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