Diaz: Cassazione conferma condanne per falso, in prescrizione quelle per lesioni

Uno dei feriti in seguito all’irruzione della polizia nella scuola Diaz a Genova (LaPresse)

ROMA – La Cassazione ha confermato le condanne per falso, ma prescritto quelle per lesioni a carico dei 25 funzionari e agenti della polizia, in merito al pestaggio compiuto dai poliziotti alla scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001, nel corso del quale vennero ferite 60 persone e furono arrestati illegalmente 93 no-global, molti dei quali stranieri. Sessanta persone che ora avranno il via libera per ottenere i risarcimenti dovuti, mentre il ministero dell’Interno aprirà i procedimenti disciplinari per tutti i condannati. Confermato quindi l’impianto della sentenza pronunciata nel maggio 2010 dalla Corte d’appello di Genova, soprattutto per la parte che riguardava la catena di comando, il falso e la responsabilità dei vertici della polizia.

Le prescrizioni. Sono otto i capisquadra del VII Nucleo Speciale della Squadra Mobile di Roma nei confronti dei quali la Cassazione ha dichiarato la prescrizione del reato di lesioni. Si tratta degli agenti di polizia Tucci, Cenni, Basili, Ledoti, Compagnone, Stranieri, Lucaroni e Zaccaria. Con la prescrizione nei loro confronti non dovrebbe scattare la pena accessoria della condanna all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

Le condanne confermate. La Cassazione ha confermato le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per tutti i dirigenti condannati per i falsi verbali nella vicenda della Scuola Diaz. In pratica, a parte la condanna per Vincenzo Canterini (ex capo della squadra mobile di Roma) che aveva cinque anni di reclusione che verranno ridotti per la prescrizione del reato di lesioni, per gli altri dirigenti, tra i quali il capo del Dipartimento centrale anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), per il capo del Servizio Centrale Operativo Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi) e per l’ex vicedirettore dell’Ucigos Giovanni Luperi (4 anni), rimangono inalterate le pene del verdetto d’appello.

Questa la lista degli imputati. Tra parentesi la sentenza di primo grado. Francesco Gratteri, ex direttore dello Sco, 4 anni (assolto in primo grado); Giovanni Luperi, ex vice direttore Ucigos, 4 anni (assolto); Gilberto Caldarozzi, ex vice direttore Sco, 3 anni e otto mesi (assolto); Filippo Ferri, ex dirigente squadra mobile La Spezia, 3 anni e otto mesi (assolto); Massimiliano Di Bernardini, ex funzionario squadra mobile Roma, 3 anni e otto mesi (assolto); Fabio Ciccimarra, ex dirigente questura Napoli, 3 anni e otto mesi (assolto); Nando Dominici, ex dirigente squadra mobile Genova, 3 anni e otto mesi (assolto); Spartaco Mortola, ex dirigente Digos Genova, 3 anni e otto mesi (assolto); Carlo Di Sarro, ex dirigente questura Genova, 3 anni e otto (assolto); Massimo Mazzoni, ex ispettore capo Sco, 3 anni e otto mesi (assolto); Renzo Cerchi, ex sovrintendente squadra mobile La Spezia, tre anni e otto mesi (assolto); Davide Di Novi, ex ispettore squadra mobile La Spezia, tre anni e otto mesi (assolto); Vincenzo Canterini, ex dirigente reparto mobile Roma, cinque anni (condannato a 4 anni);

Fabrizio Basili, ex caposquadra reparto mobile di Roma, prescrizione, quattro anni (3 anni); Ciro Tucci, prescrizione, quattro anni (3 anni); Carlo Lucaroni, prescrizione, quattro anni (3 anni); Emiliano Zaccaria, prescrizione, quattro anni (3 anni); Angelo Cenni, prescrizione, quattro anni (3 anni); Fabrizio Ledoti, prescrizione, quattro anni (3 anni); Pietro Stranieri, prescrizione, quattro anni (3 anni); Vincenzo Compagnone, prescrizione, quattro anni (3 anni); Massimo Nucera, tre anni e otto mesi (assolto); Maurizio Panzieri, tre anni e otto mesi (assolto); Pietro Troiani, ex vicequestore aggiunto Roma, tre anni e nove mesi (tre anni); Salvatore Gava, ex commissario capo Roma, 3 anni e otto mesi (assolto);

In appello erano stati assolti o prescritti: Michele Burgio, ex vicequestore aggiunto Roma, assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di calunnia e perché il fatto non sussiste da quella di trasporto di armi (2 anni e 6 mesi); Michelangelo Fournier, ex vice dirigente reparto mobile Roma, prosciolto per intervenuta prescrizione (2 anni); Luigi Fazio, ex sovrintendente capo Catanzaro, prosciolto per intervenuta prescrizione (1 mese).

La storia processuale: il processo di primo grado si è concluso il 13 novembre del 2008, con 13 condanne per 35 anni e sette mesi di reclusione e l’assoluzione di chi guidava la catena di comando. In appello, invece, le condanne – emesse il 18 maggio del 2010 – colpirono anche gli uomini più alti in grado (per un totale di 85 anni di reclusione). Il faldone della Diaz è arrivato in Cassazione solo lo scorso 26 novembre, per le lungaggini nelle quali si sono trascinate le operazioni di notifica, sollevando le proteste degli avvocati delle parti lese.

La Suprema Corte ha però fissato l’udienza entro i canonici sette mesi dall’arrivo delle carte mettendo fine alla spirale dei ritardi. Martedì 11 giugno la discussione aveva preso il via ed era andata avanti fino a venerdì 15 ma, a causa del protrarsi delle arringhe dei difensori dei poliziotti – che sono in più occasioni entrati in attrito con il presidente Ferrua che li invitava al rispetto dei tempi – il verdetto è slittato.

Per lo più le accuse sono quelle di lesioni – in alcuni casi i feriti, tra i quali anche giornalisti, hanno riportato invalidità permanenti – e falsificazione dei verbali che attestavano il ritrovamento di molotov nella scuola e la resistenza dei no-global per giustificare l’intervento pesante della polizia. Finora il ministero dell’Interno ha pagato circa un milione e mezzo per le prime tranche del risarcimento alle vittime e le spese legali di chi si è costituito parte civile, ossia quasi tutte le persone picchiate e arrestate.

Il collegio della Quinta sezione penale chiamato ad occuparsi della vicenda Diaz è presieduto da Giuliana Ferrua; Stefano Palla e Piero Savani sono i due consiglieri relatori ai quali toccherà il compito materiale di scrivere la sentenza. Gerardo Sabeone e Paolo Antonio Bruno sono gli altri due togati. Con la conferma delle condanne, per tutti gli imputati tranne i prescritti scatta anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e il Viminale dovrà aprire i procedimenti disciplinari per chi viene dichiarato colpevole.

Manganelli: “Accogliamo sentenza con rispetto”. La Polizia ”accoglie la sentenza della magistratura con il massimo dovuto rispetto e ribadisce l’impegno a proseguire nel costante miglioramento del percorso formativo relativo al complesso campo dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Queste le parole del Capo della Polizia, Antonio Manganelli dopo la sentenza sui fatti di Genova.

Manganelli, inoltre, esprime  ”apprezzamento e orgoglio per la maturità, l’onestà, la dedizione e l’entusiasmo con cui quotidianamente il paese viene servito dalle donne e dagli uomini delle forze di polizia”.

Festa in piazza a Roma.  Decine di persone hanno celebrato con un concerto in piazza Trilussa, nel quartiere di Trastevere, a Roma, la sentenza della Cassazione. La manifestazione, organizzata nell’ambito della campagna ’10X100 anni di carcere’, è stata sorvegliata dalle forze dell’ordine, presenti con diversi blindati, e è svolta pacificamente. ”Non vorremmo che la sentenza sia solo un modo per bilanciare quella della prossima settimana, quando si deciderà sull’accusa di devastazione e saccheggio per 10 manifestanti al G8 di Genova – hanno detto gli organizzatori – Anche quel giorno organizzeremo un’iniziativa in attesa della sentenza”.

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