GENOVA – “Marta fa vomitare“, “Non vi merita”, “State attenti, non fidatevi“. I messaggi arrivavano ad amici e parenti di Marta (nome di fantasia) ma il vero obiettivo era lei: l’ex compagna di scuola che l’aveva “emarginata”. A spedirli era Irina (altro nome di fantasia) la ragazzina che in prima liceo era arrivata persino a cambiare scuola perché convinta di essere vittima di bullismo. Prima via posta, poi attraverso commenti lasciati con pseudonimi sulle varie bacheche di Facebook. Un piano diabolico di vendetta covato nel segreto della sua stanza, contro quelle amiche che 8 anni prima non l’avevano voluta ammettere nel loro “inner circle”.
Irina, stalker per vendetta, aveva mandato lettere anonime anche al fidanzato milanese di Marta, apostrofandolo come “frocio” perché stava con lei. “Se vedi ancora quella ti brucio con l’acido”, era arrivata a scrivere nell’ultima lettera. Prima però aveva fatto terra bruciata attorno anche agli altri compagni di classe che erano stati complici del processo discriminatorio di cui si sentiva vittima.
Li scovava su Facebook, cercava gli amici da bombardare e cominciava sistematicamente a inviargli lettere e foto diffamatorie sul conto della vittima designata. La polizia è riuscita a risalire alla sua identità proprio grazie alle denunce di Marta: quando hanno chiesto a quest’ultima se fosse stata vittima di angherie tra i banchi di scuola, lei si è ricordata di quella ragazzina che aveva cambiato scuola denunciando episodi di bullismo. Non l’avevano emarginata, si è giustificata, solo avevano preferito coltivare altre amicizie perché Irina “mandava un cattivo odore”.
Dai tabulati telefonici risultava poi che alcune delle telefonate minatorie erano partite proprio da casa di Irina. Quando hanno bussato alla sua porta i poliziotti hanno trovato decine di lettere già affrancate e pronte per essere spedite. Il piano di vendetta era ampiamente documentato da un’agenda sulla quale Irina appuntava le ripercussioni delle sue azioni e annotava i nominativi e indirizzi dei suoi ex compagni di classe. Irina è stata ora denunciata per stalking ma anche lei è descritta come una vittima dagli inquirenti. Agli atti c’è anche una denuncia risalente al 2007 dal padre di Irina al preside del liceo Classico D’Oria di Genova: il genitore si lamentava del fatto che la figlia fosse “emarginata” e quindi soggetta a “costante umiliazione”.