ROMA, 24 GEN – ”I negazionisti di oggi si collegano idealmente ai nazisti di ieri”. Cosi’ il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e’ intervenuto stasera alla presentazione del libro di Donatella Di Cesare ”Se Auschwitz e’ nulla” nell’aula dei gruppi parlamentari.
”E’ come se – ha spiegato Fini citando l’autrice – tendessero a reiterarne il tentativo di far sparire le tracce dello sterminio, tentativo gia’ operato durante la Shoah”.
”L’inconsistenza culturale del negazionismo – ha aggiunto il presidente della Camera Fini – non deve portarci a sottovalutarne la capacita’ di intossicazione morale e di regressione civile. Affermare l’inesistenza delle camere a gas, negare il piano di sterminio degli ebrei concepito e attuato dal nazismo non e’ una tesi storiografica: e’ soltanto una turpe menzogna ideologica. Non e’ infatti nemmeno pensabile una discussione che abbia per oggetto il misconoscimento della realta’ storica”. Fini ha poi affrontato il dibattito sul ”confine tra liberta’ di opinione e il divieto di sostenere delle palesi menzogne”. A questo proposito ha ricordato una sentenza del ’98 della Corte Europea dei Diritti dell’uomo nei confronti del filosofo francese Roger Garaudy che in base all’articolo 10 della Carta richiedeva la liberta’ di opinioni per le sue tesi negazioniste sulla Shoah.
”La Corte – ha ricordato Fini – rigetto quel ricorso affermando l’inequivocabilita’ dei fatti accaduti. Si poteva discutere su come fossero avvenuti ma no se erano avvenuti”. Poco prima Fini, discutendo del libro della Di Cesare tutto incentrato sul negazionismo e sulla necessita’ di una legge per sanzionarlo, ha sottolineato che l’obiettivo politico del negazionismo ”tende a coincidere con lo stesso obiettivo politico del nuovo antisemitismo, che spesso si presenta nella forme dell’antisionismo: l’ostilita’ contro lo Stato di Israele si esprime anche come attacco ideologico”. Fini ha infine rimarcato che per le Istituzioni ”il dovere della memoria e’ parte integrante del loro quotidiano impegno per la difesa e per la promozione dei principi di dignita’ della persona sanciti dalla Costituzione”.