«Come vescovo che non cede alle lusinghe della modernità, dico che la pratica conclamata dell’omosessualità è un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora». Si apre con queste durissime parole l’intervento del vescovo emerito di Grosseto, Giacomo Babini, su Pontifex Roma, quotidiano online di notizie cattoliche.
Un argomento del quale «mi fa ribrezzo parlare», aggiunge il monsignore, che definisce l’omosessualità “aberrante” e “un vizio contro natura”. Sotto attacco le autorità religiose, che “devono parlare chiaro”, e civili, con l’esempio del comune di Venezia il cui recente regolamento sull’assegnazione delle case popolari equipara coppie omosessuali ed eterosessuali ai fini dell’edilizia residenziale pubblica. Babini scrive: «Penso che dare le case agli omosessuali come avvenuto a Venezia sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza».
Secondo Babini gli omosessuali hanno diritto alla misericordia e a non essere discriminati. «Ma colui il quale addirittura ne fa vanto, si mette fuori dalla Chiesa e non merita il sacramento della comunione. Io a Vendola non la darei mai».
Le dichiarazioni del monsignore si inseriscono nella già lunga serie di polemiche sul rapporto tra la chiesa cattolica e l’omosessualità. Lo scorso dicembre, sempre sulle pagine di Pontifex Roma, il superiore della Fraternità sacerdotale San Pio X, don Davide Pagliarani, aveva dichiarato: «L’omosessualità, un castigo per una società che si allontana da Dio. Si tratta di un vizio abominevole che grida vendetta davanti a Dio».
La risposta del mondo gay e lesbo è arrivata nelle parole di Alessandro Iberi, presidente Arcigay Grosseto, e Davide Buzzetti, presidente dell’associazione amici e genitori di omosessuali della Toscana. I due si sono dichiarati “dispiaciuti” per un intervento che non è espressione della “vera chiesa” ma di una parte «malata di odio, accecata dal tarlo dell’omo-transfobia ed arroccata nella strenua lotta contro l’autodeterminazione dell’individuo». Parlando di “omosessualità conclamata”, continuano Iberi e Buzzetti, Babini dimostra chiaramente come per la chiesa «i termini “gay”, “lesbica”, “bisex” e “transgender” sono ancora indissolubilmente legati al concetto di malattia».
L’intervista del prelato non lascia da parte nemmeno le coppie eterosessuali che decidono di sposarsi con rito civile. «Se in tutta libertà vanno al comune – risponde il vescovo – sappiano che opera la scomunica latae sententiae, e si mettono fuori da soli dalla chiesa”.
Da Babini arrivano parole di distacco anche verso ebrei e musulmani. Sulla recente visita del papa in Sinagoga il monsignore dichiara: «Penso che il Papa abbia fatto bene a visitarla. Ma con la stessa franchezza è arrivato il momento di affermare che gli ebrei non sono più i nostri fratelli maggiori. Loro sono contro la storia e dal Nuovo Testamento in poi hanno scelto di non essere nostri fratelli. La Chiesa è nata da Cristo e non dagli ebrei». E sull’Islam conclude: «È una religione violenta e anticristiana e distinguere tra Islam moderato e estremo non ha senso. Bisogna svegliarsi dal letargo e difendersi dalla religione islamica prima di esserne colonizzati».
*Scuola di giornalismo Luiss
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