RIETI – C’erano sette corpi sconosciuti sotto le macerie dell’Hotel Roma ad Amatrice. Sette cadaveri che nessuno ha ancora reclamato e che a sette giorni dal terremoto che ha spazzato via per sempre il tempio degli spaghetti all’amatriciana, è difficile identificare. Dopo tanto scavare, a partire dalla piantina originaria dell’albergo, i Vigili del Fuoco sono faticosamente riusciti ad aprire un varco tra i cumuli del crollo e a raggiungere il punto esatto in cui era la reception. Così hanno trovato il registro delle presenze dell’albergo, un documento prezioso per riuscire a stimare un numero più preciso dei possibili dispersi. Stando a quel quaderno, c’erano effettivamente una trentina di villeggianti nello storico hotel, oltre al personale di servizio. Ma la struttura, prima di crollare sotto i ripetuti, terribili colpi del sisma, ha dato il tempo a molti di sfuggire alla morte.
Se il numero fosse esatto, tra persone salve e i cadaveri recuperati nei giorni scorsi, si arriva esattamente a quel numero: trenta. Ma resta il mistero dei rumeni ancora da trovare. Ne risultano identificati tre in provincia di Rieti e una donna in provincia di Ascoli ma dalla Romania il ministero degli Esteri parla di undici vittime nel sisma e quattro dispersi: non è chiaro se questi ultimi siano già conteggiati negli undici. Presumibilmente erano donne, forse badanti di qualcuno recatosi in vacanza ad Amatrice.
Il bilancio ufficiale delle vittime recuperate finora parla in tutto di 292. Ma resta incerto il numero dei dispersi anche perché, come riporta Giusi Fasano sul Corriere della Sera, ci sono ancora quindici stanze e aree comuni dell’albergo non ispezionate perché difficili da perlustrare. La parte bassa risulta praticamente irraggiungibile.
Il professor Luca Poli, esperto di trapianti a Roma ma in questi giorni ad Amatrice come commissario medico spiega al Corriere:
“Da qui ho mandato via in tutto 239 salme. Di quei 239, sette sono stati portati a Rieti con identità ancora presunte, cioè erano persone alle quali era stato dato un nome ma che non erano state identificate formalmente, cosa che sarà avvenuta nel frattempo. Altri sette erano per noi del tutto ignoti». Gente che, almeno fino al momento in cui ha lasciato Amatrice, nessuno aveva reclamato”.
Tra loro potrebbero esserci proprio i corpi dei rumeni mancanti all’appello. Riporta ancora il Corriere:
Degli altri stranieri con identità certa ce ne sono tre di Londra, una ragazza spagnola e una che veniva dal Centro America. Ma parliamo sempre di vittime identificate formalmente, che — fino a lunedì — risultavano essere tutte e 50 quelle recuperate in provincia di Ascoli (Arquata e Pescara del Tronto) e 193 delle 243 estratte dalle macerie del Reatino (Amatrice, Accumoli e le frazioni). Quindi, con i due corpi recuperati lunedì e quello da estrarre, sarebbero 50 le persone da identificare: in realtà quasi tutte hanno un nome ma le pratiche di riconoscimento sono da completare. Quasi tutte, esclusi gli ignoti