BOLOGNA – Killer di Budrio, parla la guardia sopravvissuta: “Sparava e urlava, mi sono salvato fingendomi morto“. Il verbale di Marco Ravaglia, che era di pattuglia con il volontario Valerio Verri, ucciso da Norbert Feher, alias Igor il russo. Le famiglie delle vittime intanto preparano ricorsi contro le istituzioni. La vedova del barista chiede i danni.
La dinamica. L’omicida ricercato scende dalla macchina e esplode tre colpi di pistola contro Ravaglia, che resta a terra gravemente ferito, e un altro contro Verri, che invece muore sul colpo. Da allora Ravaglia ha subito diversi interventi chirurgici a Cesena, prima di essere trasferito a Cona, nel Ferrarese, per la lunga convalescenza. La dinamica è ormai chiara agli inquirenti: la pattuglia incrocia Igor per caso, si trova sull’auto di servizio quando intercetta un Fiorino bianco, fermo, che riparte alla vista dell’auto degli uomini in divisa. Si ferma di nuovo poco più avanti. E inizia la sparatoria.
Come scrive Rosario Di Raimondo per Repubblica:
Esposti e richieste di risarcimento. Mentre la caccia al killer va avanti, le famiglie delle vittime chiedono giustizia. E puntano il dito anche contro le istituzioni. L’avvocato Fabio Anselmo, che assiste i figli di Valerio Verri, sta preparando un esposto per la Procura, chiedendo di individuare eventuali responsabilità di chi consentì che Verri potesse essere di pattuglia insieme a Ravaglia, in una zona poi interdetta. “Se è stata interdetta dopo la morte per motivi di sicurezza, perché non lo hanno fatto prima? Verri era un volontario, era disarmato, e non doveva essere lì”, dice l’avvocato.
La zona, insomma, doveva essere circoscritta prima e il servizio anti-bracconaggio doveva essere sospeso prima: questo ha scritto anche la figlia di Verri, Francesca, su Facebook. Anche la moglie di Davide Fabbri, il barista di Budrio assassinato il primo aprile, sta pensando di chiedere risarcimenti allo Stato. Come riferito al Resto del Carlino, l’avvocato Giorgio Bacchelli sta valutando se ci sono gli estremi per chiedere i danni allo Stato per la mancata espulsione dal territorio nazionale del killer, già condannato in passato per rapine con l’alias di Igor Vaclavic, russo.