TARANTO – Brutte notizie per gli operai dell’Ilva di Taranto e per i proprietari: il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato il sequestro degli impianti dell’area a caldo. Ma la buona notizia è che il sequestro è finalizzato al risanamento dello stabilimento. In parole povere: per ora lo stabilimento rimane chiuso per essere risanato e poi riaprire un domani. L’azienda quindi potrà utilizzare gli impianti per intervenire e metterli a norma. E il presidente Bruno Ferrante, nominato custode e amministratore di aree e impianti sotto sequestro, si è detto intenzionato ad attuare le misure necessarie assicura il monitoraggio esterno attraverso centraline di rilevamento e la videosorveglianza nelle cokerie.
Intanto lo stesso tribunale di Taranto ha confermato gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell’Ilva, e per l’ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso. Gli altri cinque indagati, tutti capiarea Ilva, sono stati invece rimessi in libertà.
Il tribunale ha disposto che ”i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti”, confermando nel resto il decreto impugnato. I giudici si sono riservati di depositare le motivazioni dell’ordinanza. I termini non perentori per le motivazioni sono di cinque giorni.
L’Ilva da parte sua sembrerebbe intenzionata ad attuare le misure necessarie per ridurre l’impatto ambientale, con misure adottate “spontaneamente”. “Noi abbiamo accettato alcune soluzioni, le abbiamo adottate spontaneamente – ha spiegato il presidente Bruno Ferrante – questo è importante dirlo: non sono soluzioni imposte dalla legge o dall’autorizzazione di impatto ambientale”. Ferrante parla da Bari dove ha incontrato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e l’assessore alla qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro. “Insieme con la nostra disponibilità ad adottare queste iniziative – ha continuato Ferrante – c’è anche un obiettivo che noi ci siamo posti e che, attraverso il monitoraggio del perimetro dello stabilimento, dimostra la nostra volontà di essere assolutamente trasparenti”. “Noi – ha detto ancora – non dobbiamo nascondere nulla, sappiamo che esistono dei problemi che vanno affrontati e risolti. Dobbiamo essere trasparenti, comunicare con la città e con le autorità e per questo abbiamo dato la nostra piena disponibilità al monitoraggio perimetrale dello stabilimento ma non solo. E’ veramente una svolta per Ilva e per il territorio tarantino”.
“Faremo il monitoraggio all’esterno – ha continuato Ferrante – con diverse centraline che saranno posizionate secondo accordi con l’Arpa. Abbiamo accolto l’indicazione del governo regionale e nazionale sulle giornate climatiche critiche e stiamo adottando uno studio che sarà pronto a giorni per ridurre le emissioni diffuse. Faremo rapidamente, una delle ipotesi è quella della riduzione dell’attività produttiva ma ci sono altre ipotesi tecnicamente praticabili e che hanno come obiettivo quello di ridurre le emissioni”.
La Camera dei deputati intanto sarà convocata tra il 7 sera e l’8 agosto per l’annuncio dell’arrivo a Montecitorio del decreto sull’Ilva. Il ministro Corrado Passera, per l’occasione, ha lanciato il suo ennesimo appello affinché l’Ilva non venga chiusa: ”Occorre evitare la chiusura – ha detto – se si chiudono quegli impianti non si riaprono più”. I fondi per la bonifica e i tempi per raggiungere standard diversi ”sono dati che tutti insieme portano a evitare la chiusura”. In ballo i 336 milioni di euro che serviranno per avviare gli interventi di bonifica e risanamento del territorio.
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