Di ritorno da un viaggio di lavoro a Firenze un cinquantaduenne di Padova a detta della famiglia sempre sano come un pesce aveva cominciato a sentirsi male. Ipertermia, cefalea, dolori articolari; sembrava una banale influenza, aveva assunto degli antipiretici ma la febbre, invece di scendere, saliva. Poi, dopo aver contattato la guardia medica, in una manciata di ore, la situazione era precipitata. Prima il ricovero all’ospedale sant’Antonio di Padova, poi il trasferimento nella rianimazione Istar 2 del Giustinianeo. La diagnosi: influenza nuova variante.
L’uomo, S.T., 52 anni, alto, robusto, atletico, sportivo, è rimasto cinquanta giorni attaccato alla macchina salva-polmoni, l’ “Ecmo” per combattere contro una gravissima complicanza della febbre A(H1N1), la polmonite interstiziale.
Nonostante la strenua lotta, un mese di prognosi riservata e un coma farmacologico, all’alba di ieri 30 dicembre il suo cuore ha smesso di battere, sconfitto dall’infezione suina nella sua forma più aggressiva.
S.T. era uno sciatore provetto, motociclista, appassionato di vela, giocatore di pallacanestro: era sposato con un’insegnante di educazione fisica ed aveva un figlio diciottenne.