Irina, morta mentre gli amici di Ugo Russo devastavano il pronto soccorso. Ammazzata dal compagno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2020 - 09:41 OLTRE 6 MESI FA
Irina, morta mentre gli amici di Ugo Russo devastavano il pronto soccorso. Ammazzata dal compagno

Irina, storia di un femminicidio. nella foto il pronto soccorso del Pellegrini di Napoli (Ansa)

ROMA – Mentre i cosiddetti amici del ragazzo napoletano ucciso dal carabiniere distruggevano il pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, una donna moriva. Proprio al culmine delle devastazioni, proprio nella stanza accanto, Irina smetteva di respirare. Era finita in sala rianimazione. L’aveva picchiata il compagno. L’aveva pestata a sangue. Era arrivata in ospedale praticamente in fin di vita. La sua storia è raccontata su Repubblica.

Ammazzata di botte. Nel silenzio generale, per colmo di paradosso tanto più assordante quanto più il caos dominava nel lancio di sedie e barelle, le urla belluine, le minacce a medici e infermieri. La violenza indiscriminata nei locali di un presidio sanitario pubblico. Anche i genitori di Irina, prostrati dal dolore di una figlia morente, sono stati scaraventati a terra senza riguardo alcuno per l’età, il dolore, la pietà. Come un attaccapanni o un monitor, un’asta per la flebo una delle mille suppellettili lanciate in aria, distrutte, rubate. 

Valente (Pd): “Notizia oscurata, metafora di ciò che accade”

“Una notizia che riguarda una donna è purtroppo passata quasi completamente inosservata, oscurata dagli eventi legati all’uccisione del quindicenne Ugo Russo da parte di un carabiniere. Si tratta di un femminicidio avvenuto nel silenzio, che mi sembra una metafora di ciò che accade spesso”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio.

“Durante la devastazione del Pronto soccorso del Pellegrini di Napoli – ricorda – è deceduta nello stesso presidio ospedaliero Irina, una donna straniera di 39 anni, pestata dal compagno. La gravità dell’assalto ad un servizio pubblico come il Pronto Soccorso, da condannare sempre e in particolare in questo momento così critico per la salute pubblica, ha spento l’interesse per il destino di una donna che era stata aggredita e picchiata ferocemente dal convivente, morta proprio nel corso dell’attacco”.

“Nella violenza e nella confusione – conclude – il mio pensiero va a Irina e alla sua famiglia, con l’auspicio che si renda giustizia a questo femminicidio”. (fonte: Repubblica e Ansa)