«Se ci sono illegalità farò piazza pulita». Lo scandalo della parentopoli nella Guardia forestale, denunciata da un’inchiesta apparsa su “La Stampa”, fa infuriare il ministro per le politiche agricole, Luca Zaia, che promette il pugno di ferro. «Se effettivamente verificheremo che ci sono stati o ci siano problemi per queste questioni faremo pulizia in ogni modo e con ogni mezzo».
A finire sotto la lente d’ingrandimento del quotidiano torinese l’esito del concorso per allievi per il Corpo forestale. Tra i 500 vincitori figli di comandanti, dirigenti, uomini di vertice. La casualità ha voluto, inoltre, che molti dei vincitori siano stati assegnati nelle stazioni dove comandano i loro genitori.
Una singolare coincidenza che diventa ancor più strana nel momento in cui si butta un occhio ad alcuni “promemoria”, sotto forma di pizzini, ritrovati nei corridoi del Corpo forestale e in cui sono annotati nomi, cognomi, date di nascita e discendenze di alcuni candidati. «Per Alfonso, figlio di Rosetta», «Per Emidio, figlio di Cesarina di zio Antonio», «Per Maria, figlia di Raffaele di zia Maria».
Piccole annotazioni, certo. Il destino, però, ha voluto che le tutte persone segnalate nei pizzini risultassero vincitrici al concorso.
L’equazione Corpo forestale uguale “affare di famiglia”, d’altronde, viene dall’alto. A capo del corpo, infatti, c’è Cesare Patrone, figlio dell’ex geometra della Forestale, Michele. Al suo fianco ci sono anche il fratello Amato (sovrintendente), la moglie di quest’ultimo Serena Pandolfini (sovrintendente), Domenico, zio del capo ma ora in quiescenza, e la figlia di quest’ultimo Rosa, primo dirigente del Corpo.
A destare perplessità anche i risultati del concorso per 182 posti da vice ispettore. Dopo la prova scritta, in testa alla graduatoria figurano i più stretti collaboratori del Capo: il suo autista, suo fratello, la sua segretaria, una sua assistente, un’altra persona della sua segreteria, sua cognata, una segretaria di sua cugina. Come se le capacità e la bravura fossero state trasmesse per osmosi.
Situazione talmente curiosa da spingere un deputato del Pdl, Marco Zacchera, a presentare un’interrogazione parlamentare in proposito. L’interpellanza, però, è caduta nel vuoto e il concorso è andato avanti.
L’ultimo strano caso che riguarda il Corpo forestale riguarda una serie di promozioni votate in un consiglio di amministrazione della Forestale, presieduto dal ministro Zaia. In questo caso la fortuna ha baciato nove candidati, otto dei quali del nord Italia e del Veneto, che hanno ottenuto punteggi altissimi pur non avendo nessun titolo speciale.
Dopo la pubblicazione dell’inchiesta la Cgil è partita all’assalto: «Da tempo ci battiamo per riportare all’interno del corpo una serie di regole per arginare il fenomeno dell’assoluta discrezionalità nella gestione del personale».
La responsabile del Pd, Colomba Mongiello, ha incalzato: «Avevamo sospetti di operazioni che nulla hanno a che vedere con il merito, ma così tante coincidenze sono il segnale di forti anomalie».
Ci va giù duro anche Pino Pisicchio, deputato dell’Italia dei Valori: «Una parentopoli di proporzioni enormi. Una specie di fiume carsico che investe la Forestale. La denuncia della Stampa appare talmente circostanziata di nomi, dati e riferimenti dinanzi ai quali il governo non potrà non assumere precise responsabilità».
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