SALERNO – Uccise a botte, sminuzzò con una sega, cucinò e mangiò sua madre, ma non andrà in carcere. Lino Renzi, 48 anni, di Salerno, è stato prosciolto dall’accusa di omicidio e cannibalismo perché infermo di mente. Resterà all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa in attesa di essere trasferito. Ma comunque dovrà rimanere ricoverato in una struttura sanitaria specializzata perché “socialmente pericoloso”.
“Ho mangiato mia madre. Dopo aver litigato con lei, l’ho picchiata fino a ucciderla” confessò Renzi il 22 luglio del 2013, quando gli agenti della polizia arrivarono nel suo appartamento in via Martuscelli a Torrione (Salerno). A dare l’allarme era stata una telefonata anonima al 112.
In quella casa, in cucina, gli agenti trovarono brandelli di interiore della madre di Renzi, Maria Pia Guariglia, 70 anni, sulla piastra e in una pentola. Renzi l’aveva fatta a pezzi con una sega e poi aveva tentato di cuocerne i resti sulla griglia e in padella. Gran parte del corpo della donna venne invece trovato sul pavimento del bagno, con ampie mutilazioni.
Lino Renzi, che in passato era stato già sottoposto a terapie psichiche, venne trovato dai agenti nudo sul letto della propria camera. Non aprì bocca prima di esser trasferito in ambulanza in ospedale. Inizialmente venne affidato alla famiglia, per poi essere portato nell’ospedale psichiatrico di Aversa.