Livorno, il nome di Stalin sulla targa del teatro dove nacque il Pci: è lì dal ’49 ma la polemica scoppia ora

Bruno Tamburini

Quella targa all’entrata del teatro San Marco, a Livorno, è lì dal 1949 ma finora nessuno aveva pensato di modificarla. Il luogo è uno di quelli storici per il comunismo italiano: lì, nel 1921, Antonio Gramsci fondò il Pci. Ma nella targa, per ricordare l’evento, viene fatto anche il nome del dittatore sovietico Stalin. Così, quando il consigliere comunale Bruno Tamburini (Pdl) se ne è accorto ha subito gridato allo scandalo. E ora pensa di presentare una mozione già durante il prossimo consiglio comunale: “Per cancellare quel nome terribile – dice – una vergogna per la libertà e la democrazia. Stalin è uno sterminatori di popoli, ha sulla coscienza milioni di morti e il suo nome non può essere ricordato su una lapide pubblica. È una vergogna per Livorno e per chi ama la libertà e la giustizia”.

Ma il sindaco Alessandro Cosimi, Pd, minimizza: “Quella targa l’abbiamo lasciata dove è perché fu approvata da un grande sindaco, Furio Diaz, che poi diventò socialista – spiega. – Non è una testimonianza politica ma è una vestigia, il ricordo di un periodo della città. Credo non ci sia un vero comunista a Livorno che inneggi a Stalin e siamo pronti a qualsiasi dibattito politico in consiglio. Ma la storia non si cambia cancellando un nome”.

La targa deve rimanere dov’è secondo Massimo Bianchi, uno dei leader del socialismo livornese. “La lapide oggi è un totem e tutti sanno che Stalin è stato il più perverso dittatore del comunismo sovietico. Quel nome ricorda una sconfitta storica e cancellare la memoria è sbagliato. Il nome di Stalin resti lì dove è e sia un monito contro quell’ideologia che, come predisse Turati, avrebbe oppresso il popolo”.

Gestione cookie