ROMA – Ogni anno 50mila malati terminali, soprattutto di cancro, muoiono “aiutati”. Si chiama “eutanasia clandestina” perché in Italia non è una pratica legale. Si toglie il sondino che dà idratazione e nutrizione. Oppure si abbassa il dosaggio dei farmaci che tengono in vita o, nei casi di eutanasia attiva, si somministrano farmaci letali. Così, ogni anno, muoiono 50mila persone che preferiscono accelerare la propria, inevitabile, fine piuttosto che passare qualche settimana in ospedale, magari senza coscienza o tra dolori insopportabili. Molti di loro si affidano alla volontà del medico che incontrano, che decide se e come “aiutare” il paziente ad andare via.
L’Istituto Mario Negri fornisce i numeri, spiazzanti, del fenomeno. Sono 80-90 mila i malati terminali che muoiono ogni anno, soprattutto di cancro: il 62% muore grazie all’aiuto dei medici con ‘eutanasia clandestina’. I numeri li ha divulgati Carlo Troilo, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, durante un incontro alla sede dei Radicali italiani nel quale è stata presentata una campagna per la raccolta di firme su una proposta di iniziativa popolare per l’eutanasia legale e il testamento biologico che prenderà il via sabato 4 maggio. “Mille malati terminali si suicidano per la negata eutanasia e altri 1000 tentano il suicidio”, ha sottolineato Troilo. “Questa è una campagna politica con la quale chiediamo che vengano riaffermati dei diritti che finora sono stati sottratti”, ha concluso Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni.
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