MILANO – Il premier si industria per soddisfare le richieste delle sue amiche, procura loro soldi e appartamenti (dicono gli atti dell’indagine) ma fa telefonate per promuoverle in qualche casting (dicono le freschissime intercettazioni del Corriere della Sera).
E’ il 4 ottobre 2010, Marysthelle Polanco chiama Berlusconi. “Sono a Roma, oddio sono venuta a fare il casting con Pingitore. Ti ricordi?”. Berlusconi: “Sì, quella che ti ho procurato io, no?”. Marysthelle: “Sì, amore” (ride). Berlusconi tenta di agevolare il programma al quale deve partecipare Marysthelle cercando appoggi nel figlio, Piersilvio, vicepresidente di Mediaset: “Adesso mi hanno chiesto se possono fare qualche numero per le nostre reti. Sto tentando di convincere mio figlio”.
La telefonata fa parte delle tre pubblicate dal Corriere della Sera, tre intercettazioni non coperte dall’omissis dei pubblici ministeri del processo Ruby. Questa, come le altre due, non è utilizzabile nel processo. Se la voce del premier, intercettando l’utenza del suo interlocutore, può essere ascoltata, per legge ci vuole l’autorizzazione della Camera per utilizzare in un processo le conversazioni captate. Cosa mai avvenuta per queste telefonate che quindi non dovevano neppure essere trascritte. Non utilizzabili nel processo, sono però state pubblicate dal Corriere.