Matrimonio religioso, se sciolto scioglie anche l’assegno

Matrimonio religioso, se sciolto scioglie anche l'assegno
Matrimonio religioso, se sciolto scioglie anche l’assegno

ROMA – Se il vescovo annulla il matrimonio religioso secondo il diritto canonico, la sentenza di scioglimento del vincolo ha valore anche in sede civile. E’ molto importante perché, se lo Stato, grazie al Concordato, deve riconoscere che quel matrimonio è nullo, che quel matrimonio non esiste più, allora la moglie perde anche il diritto all’assegno di mantenimento che in caso di separazione il giudice civile magari le avrebbe riconosciuto.

La “manifesta nullità” del matrimonio certificata dal vescovo, secondo la riforma appena introdotta da Papa Francesco che accelera e facilita l’iter processuale, si accorda su criteri diversi da quelli che il tribunale civile tiene in considerazione per le separazioni.

Per esempio la volontà di uno dei coniugi di non avere figli, occultata al partner al momento del matrimonio in Chiesa. Lo spiega bene Cesare Rimini su La Stampa ammonendo i futuri coniugi che sposarsi in chiesa solo per far contenta la famiglia del partner è rischioso.

Egli potrà ottenere la nullità del matrimonio dal giudice ecclesiastico e con le nuove regole la otterrà in poco tempo: gli basterà dimostrare che in cuor suo non pensava proprio ad avere figli. I progetti relativi ai figli sono irrilevanti per la legge civile ma, secondo le regole concordatarie, lo Stato deve riconoscere la sentenza canonica. Il matrimonio sarà quindi nullo anche per la legge civile e perderà tutti i suoi effetti. Ad esempio, la moglie potrà perdere il diritto all’assegno di mantenimento che il giudice della separazione le avrebbe concesso. (Cesare Rimini, La Stampa).

 

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