ROMA – Anche le coop cattoliche avevano la loro fetta della torta in Mafia Capitale. La gestione degli appalti legati alle varie emergenze a Roma (migranti, rom, casa, rifiuti) faceva “guadagnare più della droga” Salvatore Buzzi e l’associazione che aveva messo in piedi con Massimo Carminati.
E parte di quei guadagni erano divisi con le associazioni religiose, con le quali Buzzi aveva stabilito un solido patto basato sul “50 e 50”. Valentina Errante sintetizza sul Messaggero le carte dell’inchiesta della Procura di Roma:
Attori di primo piano, Tiziano Zuccolo e Francesco Ferrara, entrambi arrestati a giugno e rispettivamente ai vertici dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, braccio bianco del sistema dell’accoglienza. Il patto di «50 e 50» non viene mai violato. E le intercettazioni lo dimostrano. Così le coop cattoliche, in cambio di una quota nel business dell’immigrazione, sono pronte a tirarsi indietro, in favore di Buzzi, quando il Campidoglio bandisce la gara per l’emergenza alloggiativa. «Ce la dividiamo tra amici», dice Buzzi.
Tra le tante gare finite nell’indagine c’è anche quella bandita a giugno 2014 dalla Prefettura di Roma per l’individuazione di centri che accolgano 1.278 immigrati (già presenti presso strutture temporanee della provincia) e di almeno ulteriori futuri 800 richiedenti protezione internazionale. «Al fine di mantenere elevati i prezzi relativi alla gara in questione, Buzzi si è avvalso, quale strumento imprenditoriale, di Angelo Chiorazzo, riconosciuto come reale rappresentante della società “Auxilium società cooperativa Sociale” (sempre di area cattolica ndr) con il quale ha stretto un accordo imprenditoriale lecito: la costituzione di un’associazione temporanea d’impresa per la congiunta partecipazione alla stessa gara, in una sorta di “patto di non belligeranza” e di piena condivisione degli interessi economici in gioco, per superare, in tal modo, precedenti contrasti nati a seguito della gara europea relativa all’affidamento del Cara di Castelnuovo di Porto».
Si legge ancora nell’informativa del Ros dello scorso febbraio: «Grazie a tale accordo, l’Ati Auxilium/Eriches 29 riusciva ad aggiudicarsi la gestione di mille immigrati. I dialoghi intercettati – si legge ancora – hanno documentato che Massimo Carminati è risultato seguire gli sviluppi delle iniziative intraprese attraverso Buzzi, con il quale si è rapportato, a più riprese, dimostrando che la condotta di Buzzi si inquadra a pieno titolo nel focus degli interessi del!’ organizzazione di tipo mafioso, denominata da quest’ufficio Mafia Capitale».
Il 31 luglio scorso Ferrara chiama Buzzi per concordare la cifra giornaliera da specificare nella gara per ciascun immigrato. «Io stavo facendo una valutazione – dice – secondo me, quella cosa là va almeno raddoppiata!». E Buzzi: «E perché? Trascina al basso chiunque, se non c’è nessuno stai alto, eh». Ferrara replicava: «Lo so, però la mia paura è che oggi stai gestendo a 30! E cioè chiunque sa che comunque oggi stai gestendo a trenta». Buzzi replicava: «Che ci frega? Sanno pure che stiamo stretti, perché gli affitti so alti. Poi Francè perché tanto se arriva uno che sta a 30 tu devi scende a 30, ma se non c’è nessuno, stai a 34!». E Ferrara: «Secondo me, dovremmo rifarla. Cioè se rivede un attimo». E Buzzi: «Se c’è il sorteggio, ti collochi al punto più basso, da quello che abbiamo concordato e stiamo lì…ci collochiamo al punto più basso come concordato e stamo lì tranquilli». Il 7 agosto Buzzi chiama Ferrara: «Oh France’, senti allora ho pensato ad una cosa per evita’ squilibri: vinco io o vinci tu… famo un accordo io e te, io 1000 tu 1100. Se vinco io te li ridò se vinci tu me li ridai. Cosi stiamo tutti in pace. tranquilli .. non se famo la guerra .. beh, se sorteggiano a me, io te sto di’.. comunque la perdiamo o la vinciamo insieme no?».