Adottando un anziano gli allungherai la vita. In cambio il comune di Milano di offre un bonus mensile di 200 euro. Questa la nuova campagna del capoluogo lombardo che ha come slogan «L’affido allunga la vita».
Il meccanismo è semplice. Gli assistenti sociali individuano il bisogno, mentre gli uffici del Comune si occupano di raccogliere le domande delle famiglie. Poi scatta la fase della selezione. Colloqui, test psicologici, un primo periodo di prova. L’«adozione» arriva solo alla fine, quando la famiglia incontra e fa conoscenza del «suo» anziano. L’impegno non è codificato, però è costante, quotidiano. C’è il pranzo con la famiglia «adottiva», ma ci sono soprattutto le occasioni di svago.
Il parrucchiere, ma anche un cinema, un teatro. «L’anziano è per natura diffidente, non è sempre così semplice», mettono in guardia i responsabili del servizio. Partito un po’ in sordina, in via sperimentale, è rimasto negli anni sotto traccia, poco conosciuto e pochissimo reclamizzato. Oggi coinvolge non più di trenta over 80 in tutta la città. Ora si punta a triplicare. Perché per Palazzo Marino la frontiera dell’affido è la sfida da vincere, la scommessa su cui puntare forte.
In tempi di bilanci ridotti all’osso ai Comuni costa decisamente meno pagare i bonus alle famiglie che sostenere le rette di ricovero nelle case di riposo o potenziare l’intervento degli assistenti sociali. Milano capitale del volontariato e Milano capitale di lunga vita. L’idea viene naturale: incrociare i due primati. I numeri raccontano tutto: gli over 65 sono il 24% dei residenti, più della media italiana, non parliamo di quella europea.