Milano: “Guardia medica cercasi”. 99 domande per 300 posti: 1 su 5 straniero

MILANO – Turni faticosi, paga scarsa e un’aggressione sul lavoro almeno una volta nella vita. Ai medici di Milano fare la Guardia Medica non interessa affatto. Così al concorso per 300 medici se ne sono presentati solo 99. Di questi 3 candidati non avevano i requisiti. Ed ha sorpresa si scopre che dei restanti 96 medici 1 su 5 è straniero. Russi, moldavi, romeni e marocchini in tempo di crisi non temono la fatica di quei turni di notte e nei week end, né tanto meno la retribuzione, scarsa, che “spaventa” i medici nostrani.

Il turno della Guardia Medica proprio non coincide con il “sogno italiano” del posto fisso, quello che si lavora dal lunedì al venerdì in orario di ufficio, e lascia tempo per dormire e dilettarsi, soprattutto nel week end. La Guardia Medica di Milano deve essere attiva dalle 20 alle 8 nei giorni feriali, e dalle 10 del sabato, o di un qualunque prefestivo, fino alle 8 del lunedì, o del giorno feriale seguente.

Una fatica a cui non corrisponde adeguato compenso, avranno pensato i medici italiani, che al concorso non hanno proprio aderito. E così alla pubblicazione dei risultati il 22 agosto alla Asl di Milano mancano all’appello 204 medici per coprire il gravoso turno. Una mancanza che rischia di tramutarsi in emergenza e che è ben inferiore al rapporto di 1 dottore ogni 5mila abitanti stabilito dal Ministero della Salute.

I sindacati dei medici ora lanciano l’allarme: “Questa situazione va avanti da anni: i medici di continuità assistenziale lavorano molto e sono pagati con tariffe orarie ridotte. Di fatto, molti ritengono che non valga la pena seguire questa strada”. Se il medico italiano si lascia scoraggiare, quello straniero avanza. Al medico non italiano, la cui laurea è stata magari appena riconosciuta, lavorare come guardia medica vale punti nelle graduatorie, motivo per cui quel 20% di guardie mediche straniere non dovrebbe poi stupire.

E così una città come Milano, con 200mila residenti, si ritrova sprovvista di medici assistenziali. e per i “fortunati” vincitori del concorso le ore di lavoro sono destinate ad aumentare: dalle 6.528 ore di Milano si passa alle oltre 10mila ore da coprire nella sua provincia. Ben un terzo delle 30mila ore di lavoro che vanno coperte in tutta la Regione Lombardia.

Roberto Carlo Cossi, presidente regionale del sindacato Snami, ha spiegato: “A Milano le condizioni di lavoro sono molto pesanti. Il rapporto tra medici e cittadinanza è molto alto e la quota standard di 5mila pazienti per ogni dottore difficilmente è mantenuta: è da molto tempo che ci battiamo perché i livelli prescritti dalla legge siano rispettati”.

Secondo i dati raccolti dal Sindacato medici italiano, nove medici (guardie mediche) su dieci hanno ricevuto un’aggressione almeno una volta nella loro vita lavorativa, otto su dieci più di una. Quasi otto su dieci ritengono inadeguato il trattamento economico alle loro prestazioni, e solo uno su dieci ritiene soddisfacente la propria situazione in materia di sicurezza sul lavoro.

Non solo cantieri o miniere sono a rischio, a quando pare dai dati dello Smi. Due medici su dieci sono convinti di lavorare in strutture fatiscenti e malgestite, addirittura il 14% pensa di fare un lavoro a rischio. Secondo i dati raccolti dal sindacato lavorare di notte porta ansia e tensioni emotive (nel 24% dei casi), disturbi fisici (12% dei casi), irritabilità (10%), minore efficienza lavorativa (10%) e conflitti familiari (11%).

 

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