MILANO – Su 30 dipendenti 18 sono donne: l’azienda ha deciso che sono loro ad essere messe in mobilità. La storia è quella della MaVib di Inzago, Milano: “Le donne a casa, così avranno cura dei figli”.
Al sit-in però quasi tutti i colleghi uomini di quella piccola fabbrica che produce motori di condizionamento non si sono presentati dopo l’appello della Fiom a scioperare davanti ai cancelli.
“Abbiamo provato a fermare i colleghi, ma non c’è stato niente da fare. Hanno lasciato fuori le macchine e sono entrati a piedi. Questa – ma lo avevamo già capito – è una battaglia solo nostra”.
I proprietari dicono che è solo “una montatura politica”, ma intanto le donne licenziate sono tutte lì fuori a protestare. Lo stipendio di una donna è davvero il secondo in famiglia? “Un ragionamento fuori del tempo”, come dice il vicesindaco di Inzago Enrica Borsari; “un’azione gravissima che calpesta la dignità femminile”, spiega Cristina Stancari, assessore alla Pari opportunità della Provincia; “una discriminazione inaccettabile che non passerà”, afferma ancora a Repubblica il sindacalista della Fiom Fabio Mangiafico.