VENEZIA – Maxi inchiesta sul Consorzio Venezia Nuova che si occupa del Mose: arrestato l’ex presidente Giovanni Mazzacurati e altre 13 persone. “False fatture e appalti distorti” sarebbero le accuse in base alle quali oltre 500 militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo perquisizioni tra il Veneto, la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Lazio e la Campania.
Secondo quanto si è appreso, la principale accusa nei confronti degli indagati è turbativa d’asta. Sono circa 100 le persone indagate nell’indagine del Nucleo di polizia Giudiziaria di Venezia che ha eseguito, venerdì mattina, 14 provvedimenti restrittivi che hanno coinvolto il vertice del Consorzio Venezia Nuova e altre società consorziate, impegnate nei lavori di costruzione del Mose. Il Modulo Sperimentale Elettromeccanico, costituito da una serie di dighe mobili, in grado di isolare temporaneamente la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea.
Sono sette gli arresti domiciliari e altri sette gli obblighi di dimora notificati nelle 140 perquisizioni in corso da parte dei finanzieri. Tra gli arrestati Giovanni Mazzacurati, già Presidente e Direttore Generale del Consorzio Venezia Nuova, dimessosi lo scorso 28 giugno, e Pio Savioli, Consigliere del Consorzio Venezia Nuova.
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