VENEZIA – All’ex ministro Giancarlo Galan 1,8 milioni di euro, al sindaco di Venezia Giorgio Orsoni 560 mila, all’ex collaboratore di Tremonti Marco Milanese 500 mila euro, al generale della Finanza Emilio Spaziante 500 mila euro, all’assessore regionale Renato Chisso (Forza Italia) fra 200 e 250 mila euro: sono le cifre degli “stipendi” che politici, militari e magistrati, secondo l’accusa dei pm di Venezia, ricevevano in cambio di favori sugli appalti riguardanti il Mose, la barriera mobile che dovrebbe proteggere Venezia dall’acqua alta.
Questo l’elenco completo di nomi e cifre, così come emerge dall’inchiesta della procura veneziana:
Giancarlo Galan – 1,8 milioni. Secondo i pm avrebbe ricevuto 900.000 euro nel 2007-2008 e nel 2006-2007 “per rilasciare pareri favorevoli ai lavori per la costruzione del Mose”
Giorgio Orsoni – 560 mila euro. L’accusa: ha “ricevuto 110 mila euro di finanziamenti illeciti, più altri 450 mila consegnati in contanti. […] consapevole del loro illecito stanziamento da parte del Consorzio Venezia Nuova per la sua campagna elettorale alle Comunali del 2010”
Renato Chisso – 200-250 mila euro (all’anno). È l’importo, secondo l’accusa, dello stipendio annuale all’assessore regionale veneto alla Mobilità, Renato Chisso di Forza Italia.
Marco Milanese – 500 mila euro. L’ex collaboratore del ministro Giulio Tremonti avrebbe, secondo il Gip, preso nel 2010 mezzo milioni di euro per “influire sulla concessione dei finanziamenti del Mose” e in particolare “fare inserire nella delibera del Cipe la somma relativa ai lavori gestiti dal Consorzio Venezia Nuova, inizialmente esclusa dal ministro”.
Emilio Spaziante – 500 mila euro. Al generale della Guardia di Finanza, all’epoca comandante interregionale dell’Italia Centrale, sono stati promessi, secondo il gip 2 milioni e mezzo di euro perché “influisse in senso favorevole sulle verifiche fiscali e sui procedimenti penali aperti nei confronti del Consorzio”. Ricevette però, secondo l’accusa, solo un acconto di 500.000 euro.
Patrizio Cuccioletta – 900 mila euro. Al presidente del magistrato delle acque dal 2008 al 2011, secondo i pm andava uno stipendio di 400 mila euro l’anno all’anno più 500 mila di “buonuscita” versatigli dal Consorzio su un conto svizzero.
Maria Giovanna Piva – 3,2 milioni. Secondo l’accusa avrebbe ricevuto dal Consorzio Venezia Nuova 400 mila euro all’anno per otto anni, dal 2001 al 2008, per bloccare “controlli e rilievi idonei” a rallentare l’attività di CVN. Per questo la Piva, “nella sua qualità di presidente del Magistrato delle Acque di Venezia e provveditore alle Opere pubbliche per il Veneto”, oltre allo stipendio annuo, “grazie all’intervento di Mazzacurati e di Baita” otteneva “gli incarichi di collaudatore di opere dell’Ospedale di Mestre, mansione per la quale riceveva la somma di euro 327.984,15 euro dal 2006 al 2012”.
Giampietro Marchese – 58 mila euro. Secondo il gip, “Quale candidato dal Consiglio regionale del Veneto per il Pd alle elezioni 2010 riceveva i contributi illeciti” per 58mila euro.
Lia Sartori – 225 mila euro. Eurodeputata uscente del Pdl, poi Forza Italia, Lia Sartori, avrebbe ricevuto 225 mila euro tra soldi consegnati e promessi per finanziare le campagne elettorali.
Vittorio Giuseppone – 600 mila euro (all’anno). Secondo il Gip il magistrato della Corte dei Conti Giuseppone riceveva uno stipendio di 400 mila euro all’anno, che nel 2005 e nel 2006 sono diventati 600 mila, per “accelerare le registrazioni delle convenzioni presso la Corte dei Conti da cui dipendeva l’erogazione dei finanziamenti” e per “ammorbidire i controlli di competenza” della Corte.
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