“In questo locale non sono graditi i leghisti”, cominciata da una pizzeria napoletana la protesta contro le continue offese del Carroccio al Meridione si estende, fino a contare 20 negozi. Gelatai, bar, negozi di scarpe, agenzie di viaggio: tutti e 20 a esporre lo stesso cartello.
L’offensiva partenopea era stata avviata dal commissario dei Verdi della Campania Francesco Emilio Borrelli e dal titolare di ”Napolimania” Enrico Durazzo, con l’annuncio ”Dopo gli ultimi insulti contro i napoletani non sono più graditi i leghisti in questo locale. Firmato: La Direzione”.
E la rivolta coinvolge anche i napoletani del mondo. ”Alcuni emigranti da Milano – continuano Borrelli e Durazzo – ci hanno scritto che stamattina, dopo tanto tempo, hanno avuto il coraggio di rialzare la testa contro le continue umiliazioni subite quotidianamente dai leghisti a causa delle loro origini meridionali. E’ la prima volta che stiamo reagendo in modo duro e non ironico ai barbari leghisti”.
”Le aziende del Nord realizzano il 90% dei prodotti campani e napoletani”, continua Gino Sorbillo, titolare dell’ omonima pizzeria ai Tribunali. ”Si prendono i nostri soldi e utilizzando i nostri marchi e brand e poi ci insultano pure – aggiunge Sorbillo – tutto ciò deve finire e quindi abbiamo deciso di rispondere colpo su colpo: una piccola azienda campana sta producendo anche dei cartelli dove e’ ritratto Umberto Bossi con la scritta ”io non posso entrare”. ”Stiamo realizzando – concludono Borrelli e Durazzo – una importante iniziativa antileghista con la vera storia dei padani, una realtà di cui tutta l’Italia dovrebbe vergognarsi: il ministro dell’ Interno Roberto Maroni, che verra’ nei prossimi giorni in Campania, è ben venuto a Napoli come rappresentante del governo ma non come leghista”.
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