Napoli, violenze su no global: poliziotti condannati

I giudici hanno inflitto una pena di due anni e otto mesi a Fabio Ciccimarra e Carlo Solimene, i due funzionari di polizia imputati per le violenze alla Caserma Raniero di Napoli contro alcuni manifestanti no global nel marzo 2001 – Sono stati condannati inoltre otto agenti di polizia: 2 anni e sei mesi sono stati inflitti a Raffaele Manna, 2 anni e due mesi a Damiano Tedesco, due anni a Pietro Bandiera, Michele Pellegrino, Francesco Incalza, Paolo Chianese, Damiano Avallone e Espedito Avellino – Per gli altri dieci agenti coinvolti e per anche per diversi imputati condannati è stata dichiarata la prescrizione dei reati minori, tra cui violenza privata e abuso di ufficio

«Sequestro di persona aggravato»: questa la motivazione della condanne in primo grado per le violenze dei poliziotti nei confronti di manifestanti no global prima in piazza e poi alla caserma Raniero in occasione del «No Global Forum», svoltosi a Napoli il 17 marzo 2001.

I giudici hanno inflitto una pena di due anni e otto mesi ai funzionari di polizia Fabio Ciccimarra e Carlo Solimene, che erano responsabili del servizio nei turni 8/14 e 14/20.

Sono stati condannati inoltre otto agenti di polizia: 2 anni e sei mesi sono stati inflitti a Raffaele Manna, 2 anni e due mesi a Damiano Tedesco, due anni a Pietro Bandiera, Michele Pellegrino, Francesco Incalza, Paolo Chianese, Damiano Avallone e Espedito Avellino.

Undici gli assolti tra cui l’ispettore Francesco Adesso (scagionato con la formula “per non aver commesso il fatto”) che secondo i suoi legali, gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, sarebbe stato vittima di un errore di persona nel corso del riconoscimento fatto da alcune vittime: quel giorno non era in servizio.

Per gli altri dieci agenti coinvolti e per anche per diversi imputati condannati è stata dichiarata la prescrizione dei reati minori, tra cui violenza privata e abuso di ufficio. La vicenda giudiziaria destò grande scalpore. Quando nel corso dell’inchiesta furono emesse otto ordinanze agli arresti domiciliari, nella questura di Napoli si verificò una sorta di ammutinamento da parte dei colleghi dei poliziotti indagati.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, molti giovani – diversi dei quali contusi – furono bloccati in strada o prelevati dagli ospedali dove si erano recati per farsi medicare e successivamente condotti nella caserma Raniero Virgilio, nei pressi di piazza Carlo III. All’interno della struttura (secondo quanto denunciato dai giovani) si sarebbero consumati gli abusi: schiaffi, pugni, violenze verbali, umiliazioni come l’aver costretto le vittime a eseguire flessioni nei bagni della caserma.

«Sono condanne inutili grazie al processo breve: questo risale al 2001 ed è destinato ad estinguersi», ha commentato l’ex parlamentare Francesco Caruso, uno dei leader dei No Global, che quel giorno era in piazza.

Sconcerto per l’esito del processo è stato espresso dall’avvocato Sergio Rastrelli, difensore della maggior parte degli agenti imputati.

«Dal punto di vista strettamente giuridico quella di oggi è una pronuncia sconcertante, fermo restando la stima nel collegio. Questa sentenza rischia di costituire un pericoloso precedente: viene ritenuta valida la tesi secondo cui in una caserma di polizia ufficiali di polizia giudiziaria, in esecuzione di un ordine preciso, compiono un sequestro di persona».

La sentenza è stata emessa dalla quinta sezione del tribunale di Napoli che ha accolto parzialmente le richieste dei pm De Cristofaro e Del Gaudio.

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