Nube vulcanica, ministero: “Nessun rischio per la salute”

«Non esistono rischi per la salute», spiega in una nota annunciando l’avvio di un monitoraggio, assieme al ministero dell’Ambiente e agli organismi preposti, per controllare ogni effetto sulla popolazione.

Non servono le mascherine: per evitare che l’arrivo della nube del vulcano islandese possa provocare preoccupazioni ingiustificate il ministero della Salute lancia un messaggio chiaro.

Le rassicurazioni si sono susseguite a partire dalla mattina quando, al termine della riunione al dipartimento della Protezione civile, è giunta la notizia che, anche sulla base delle informazioni giunte dagli esperti degli altri paesi europei dove la nube è già passata e dove sono state eseguite analisi sulle ceneri, non esistono motivi di preoccupazione.

Circa il 25% delle polveri sprigionate dal vulcano potrebbe essere di dimensioni inferiori a 10 micron, quelle cioé conosciute come pm10 considerate pericolose per la salute perché possono penetrare nei polmoni, secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

«Le analisi sulle ceneri sono ancora in corso – ha dichiarato Maria Neira, direttrice del dipartimento di salute pubblica e ambiente – ma si stima che il 25% delle ceneri sia più piccolo di 10 micron, la dimensione ritenuta più pericolosa perché può penetrare più profondamente nei polmoni».

«Visto che la concentrazione delle ceneri varia a seconda del vento e della temperatura dell’aria – afferma Neira – il nostro consiglio è di ascoltare le autorità sanitarie locali per avere i migliori suggerimenti. Se le persone sono all’aperto e cominciano a sentire irritazioni alla gola e ai polmoni, naso che cola o bruciore agli occhi devono tornare in casa e rimanere al chiuso».

Secondo l’Oms più a rischio sono i pazienti affetti da patologie respiratorie, come enfisema e asma, che in caso di aumento del tasso di inquinamento devono limitare anche l’esercizio fisico. Per Achille Marconi, esperto dell’Istituto Superiore di Sanità, i rischi per la salute sono comunque limitati, dato che l’esposizione sarebbe comunque per pochi giorni.

«Anche se dovessero arrivare da noi, le polveri del vulcano non costituirebbero un grosso problema – afferma Marconi – perché l’esposizione sarebbe limitata a qualche giorno, e quindi anche in presenza di sostanze chimiche pericolose, come i silicati, queste non avrebbero tempo di provocare danni gravi».

Al momento non c’é un monitoraggio specifico per le polveri del vulcano, ma queste possono essere registrate dalle normali centraline che monitorano l’inquinamento urbano. «La dispersione è amplissima, ad alta quota e non ha ricadute sul terreno significative», ha poi rincarato il direttore di Arpav Veneto, Andrea Drago, una delle regioni che dovrebbe subire maggiormente il passaggio della nube che ora si sta dirigendo appunto verso il sud est.

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