PADOVA – Aprivano una ditta, ma solo su carta, con relativa partita Iva naturalmente. Appena ricevevano soldi dall’Inps per finanziare l’impresa fuggivano. In Africa, in almeno 3 casi, dove con 28mila euro puoi rifarti una vita. La procura di Padova sta indagando per alcuni casi sospetti di truffa allo Stato. Il Corriere della Sera racconta tre storie in particolare:
In sintesi: Antwi, Owusu e Mohamed avrebbero ottenuto le somme dall’Inps in modo fraudolento, sfruttando un articolo una legge, la 223 del 1991, che consente l’erogazione di finanziamenti pubblici a chi rimane senza lavoro se avvia una nuova attività. La forma è quella dell’anticipo in blocco dell’indennità di mobilità che altrimenti sarebbe diluita nel tempo. Nel caso specifico stiamo parlando di tre extracomunitari regolari, che hanno lasciato i loro paesi perché lì non vedevano un futuro; tre uomini che hanno lavorato molto e pagato le tasse in Italia, che si sono fatti ben volere a Tombolo, Cittadella e Campo San Martino, nel Padovano, dove hanno vissuto a lungo e dove si sono integrati e dove Antwi ha pure ottenuto la cittadinanza italiana. Tre operai di tre diverse imprese che hanno poi vissuto un dramma comune: il licenziamento. Detto questo, bisogna anche dire che hanno deciso di chiudere la loro esperienza italiana interpretando in un modo decisamente riveduto e scorretto la legge: con una truffa e una fuga.
Le truffe sospette potrebbero essere molte di più e coinvolgere anche alcuni italiani.
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