Basta panni stesi, bonghi, zoccoli e “defunti”: viaggio nell’Italia dei divieti

ROMA – Italia Paese dei divieti: in tutta la penisola i comuni si stanno sbizzarrendo nel vietare le usanze più disparate, dai panni stesi alle finestre, all’apertura dei kebab, all’uso degli zoccoli. C’è un paese in provincia di Brescia che ha addirittura chiesto ai cittadini di non morire, perché non c’è più spazio nel cimitero.

L’ultima in ordine di tempo è la decisione del comune di Genova di vietare i panni stesi alle finestre nelle strade principali.  Niente più lenzuola, magliette, mutande stese “a vista”. Pena una multa salata. Ma scorrendo lo stivale sono diverse le ordinanze quantomeno “bizzarre”.

A Bologna, ad esempio, il comune ha deciso di punire con una multa di 500 euro chi suona il bongo in ore notturne. Per chi lava i vetri, chiede l’elemosina o mangia in strada il minimo sarà, invece, un’ammenda di 100 euro.

A Torino la guerra si fa contro le antenne: un’ordinanza comunale impone che siano piazzate sui tetti e abbiano una colorazione che si mimetizzi con quella dei muri esterni o sia in materiale trasparente.

A Lucca nel mirino ci sono invece i Kebab: la città ha detto stop all’apertura dei kebab all’interno delle mura del centro storico. Eccezione per quelli già esistenti che però potranno restare.

A Capri il comune ha deciso di vietare l’utilizzo degli zoccoli in legno. Perché? Fanno troppo rumore. A Roncadelle (Bs), infine, un’ordinanza ha chiesto ai cittadini di non morire. Il sindaco giustifica così la decisione: “Non si può ampliare il cimitero”.

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