Il suo nome, Carmela Madaffari, spunta nelle intercettazioni che riguardano il blitz contro la ‘ndrangheta. Citata dai boss che vogliono mettere le mani in vari affari a Milano e che per questo cercano contatti e appoggi tra i potenti. “Andiamo a trovare Carmelina”, dicono Francesco Morelli e Giulio Lampada.
Lampada è un uomo fidato dei clan, fratello di Francesco, arrestato l’1 luglio. Morelli, invece, è un politico del Pdl con un incarico alla Regione Calabria. Sono loro che vanno a trovare Carmela Madaffari, dirigente del settore famiglia, scuola e politiche sociali del Comune di Milano.
Ma chi è “Carmelina”? Nella sua lunga carriera ha lasciato molte trace di sè nella cronaca. La signora venne nominata dal sindaco Moratti nel 2007. Una nomina molto contestata: Madaffari infatti è calabrese e non aveva mai vissuto a Milano. Ha spesso ricoperto il ruolo di direttore generale in varie Asl in Calabria. Ma altrettanto spesso è stata allontanata per presunte irregolarità contabili durante la sua gestione.
Sul conto della Madaffari pende anche un’interrogazione voluta, nel 2001, da Francesco Fortugno, l’uomo che nel 2005 venne ucciso in un seggio durante le primarie dell’Unione, dopo essere diventato vice presidente dell’amministrazione regionale.
Tanto per rendere l’idea, riportiamo un passo della risoluzione con cui la Regione Calabria rimuove la Madaffari dalla dirigenza alla Asl di Locri: “Udita la relazione dell’Assessore alla Sanità, ritenuto che dalla valutazione gestionale dell’Azienda emerge una situazione di grave disavanzo riconducibile all’inerzia dell’azione della direzione generale e che non è giustificabile il disavanzo di amministrazione 1998”. Il grave disavanzo viene quantificato più avanti: 22 miliardi e mezzo di lire, siamo nel 1998. Il documento, insieme a molti altri, viene citato nel saggio di Luigi Offreddu e Ferruccio Sansa “Milano da morire”, pubblicato da Rizzoli.
Il nome della Madaffari ricompare nel 2009, questa volta c’è di mezzo la Corte dei Conti. I consiglieri comunali del Pd hanno infatti presentato un esposto ai giudici per quei numerosi incarichi esterni affidati dal sindaco Moratti. Questi, secondo il Pd, avrebbero procurato un danno erariale quantificabili in milioni di eruo. Insomma, nomine inutili e ben retribuite con soldi pubblici. Tra queste nomine anche quella della Madaffari che dal Comune riceve un compenso di circa 200mila euro l’anno.
La Corte dei Conti condanna 4 casi, tra questi anche Carmela Madaffari: “Nella vicenda in questione è del tutto mancato -scrivono i giudici-il prudente apprezzamento dei gravi infortuni professionali che caratterizzavano la designata. Le sfavorevoli circostanze di cui sopra avrebbero dovuto infatti imporre ai proponenti e alla giunta l’adempimento del basilare obbligo di precauzione e di massima ponderazione”. Siamo a marzo 2009. Un anno e mezzo dopo, al tempo delle intercettazioni nell’ambito del blitz anti-‘ndrangheta, ricompare il nome di “Carmelina”. Che, a quanto pare, ha mantenuto intatto il suo incarico al Comune di Milano.