CATANZARO – Se un uomo di 60 anni va a letto con una ragazzina di 11 è reato ma ci sono delle attenuanti se fra i due amanti c’è “amore”. Una sentenza della Corte di Cassazione riapre il caso di Pietro Lamberti, addetto ai servizi sociali del Comune di Catanzaro, e una bambina a lui affidata. La Corte ha infatti annullato con rinvio la sentenza di condanna a 5 anni di reclusione per ben due volte inflitti e hanno ordinato un nuovo processo davanti alla Corte di appello di Catanzaro.
La notizia è stata diffusa dal Quotidiano della Calabria e ripresa dal Giornale. Il fratello del proprietario del Giornale è Silvio Berlusconi, a sua volta condannato a 7 anni di carcere per vari reati tra cui quello di avere fatto sesso con una minorenne. Il messaggio del Giornale è implicito, ma la differenza è evidente: la ragazza di 11 anni non era una prostituta, Ruby sì e una legge voluta proprio da Berlusconi ai tempi dei suoi flirt con la Lega, punisce chi ha rapporti a pagamento con una minorenne. Lo stesso Berlusconi aveva detto che era giusto punire i peccatori.
L’uomo si incontrava con la ragazzina nella sua villetta estiva a Roccelletta di Borgia, sulla costa jonica catanzarese. Il Quotidiano di Calabria riporta alcune telefonate intercettate dagli inquirenti: “Ma tu mi ami?”, gli chiedeva la bambina. Poi la paura di essere scoperti: lui ha più volte invitato la ragazzina a mantenere il segreto e a non chiamarlo nei weekend che trascorreva in famiglia. Poi il sospetto di avere gli occhi della madre puntati addosso.
I due furono colti in flagranza, entrambi nudi sotto le lenzuola nella villa al mare. Il giudice condannò l’uomo in primo grado a cinque anni per violenza sessuale. La famiglia, costituitasi parte civile ottenne un risarcimento di 40 mila euro. In secondo grado la condanna è stata confermata. Ma è all’ultimo grado di giudizio il colpo di scena: il caso è rinviato in Appello per “tenuità del fatto”. Secondo i giudici della Suprema Corte i due erano innamorati.
“A undici anni si è consapevoli del significato della parola amore?”, si interroga Il Giornale che rileva un precedente a Vicenza nel 2008, di clemenza dei giudici in una situazione dove, nel rapporto fra un adulto e una minorenne, si poteva vedere un sentimento d’amore:
una condanna «mite» (un anno e 4 mesi) a un macellaio di 34 anni che aveva avuto rapporti sessuali con una tredicenne. Il tutto perché lei era «consapevole e consenziente» e lui «innamorato». All’imputato non era stato contestato il reato di stupro, ma quello di atti sessuali con una minorenne.
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