Pigneto-Torpignattara, primi risultati autopsia: Shahzad ucciso con più colpi alla testa

Pigneto-Torpignattara, risultati autopsia: Shahzad ucciso con più colpi alla testa. E non era ubriaco
Muhammad Shahzad Khan, il pakistano di 28 anni ucciso in via Pavoni. Sotto la moglie Ulfat e il figlio Omar (foto Blitz Quotidiano)

ROMA – Primi risultati dell’autopsia sul 28enne pakistano ammazzato in via Pavoni il 18 settembre scorso: Muhammad Shahzad Khan è stato ucciso con ripetuti colpi alla testa, che gli hanno provocato un’emorragia interna che lo ha portato alla morte.

Come causa di morte l’esame necroscopico, eseguito dal professor Giorgio Bolino dell’Istituto di Medicina Legale de La Sapienza, indica un “reiterato traumatismo contusivo del capo con frattura temporale destra ed emorragia sub aracnoidea diffusa”.

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Quanto agli esami tossicologici che provino il fatto che Shahzad non fosse ubriaco, bisognerà aspettare i risultati completi dell’autopsia: non arriveranno prima di novembre. Per ora c’è la testimonianza del Centro di Accoglienza in via Pietralata, la struttura convenzionata col Comune di Roma dove il pakistano aveva fatto richiesta di essere ospitato: dal 30 agosto, data in cui è stato accolto, fino alla notte precedente a quella in cui è morto, “Shahzad non è mai rientrato in stato di ubriachezza”.

Sono le prime notizie che trapelano dagli esami sul cadavere e dagli atti dell’istruttoria, a 11 giorni dall’uccisione di Shahzad. Mercoledì 1 ottobre è stato sentito dai giudici il diciassettenne romano arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale e si è svolto un incidente probatorio su alcune testimonianze.

Sull’omicidio di Shahzad sono state date finora due versioni. La prima è che Shahzad era ubriaco, e ha provocato, sputandolo, il ragazzo romano, che colpendolo con un solo pugno lo ha fatto cadere e lo ha ucciso.

La seconda è che sia stato preso di mira da una o più persone che lo hanno picchiato ripetutamente fino alla morte. Sul fatto che fosse o meno ubriaco, dalle testimonianze raccolte nel centro di accoglienza in cui dormiva, risulta che il pakistano non bevesse.

Shahzad era magrolino, ma anche il ragazzo arrestato è di corporatura minuta: “era alto 1,60 m per 50 kg”, dicono amici e parenti del diciassettenne romano.

Un’ipotesi alla quale potrebbero lavorare gli investigatori quindi è che più persone abbiano partecipato al pestaggio di Shahzad.

Quanto ai giorni immediatamente precedenti alla sua morte, il pakistano, rimasto senza un lavoro fisso, aveva fatto richiesta al Comune di Roma di essere ospitato in una struttura. Dal 30 agosto era stato accolto nel Centro di via Pietralata. È lì che ha dormito fino al giorno della sua morte. E dal Centro fanno sapere che Shahzad era molto religioso e non era mai rientrato in stato di ubriachezza nelle 18 notti precedenti a quella in cui ha trovato la morte. Lo hanno descritto come uno “tranquillo e lavoratore”. Ma due giorni prima di essere ucciso si era molto rattristato perché aveva saputo della morte di una zia, sorella della madre.

Questo può aver accentuato il suo già difficile quadro psicologico: disperato, senza lavoro, lontano dai suoi cari e impossibilitato a vedere suo figlio nato tre mesi prima, colpito da un lutto, Shahzad ha imboccato via Pavoni cantando e balbettando – come una nenia – le sure del Corano. Ai più – che non potevano certo essere al corrente della sua storia – sarà sembrato un pazzo, forse ubriaco. Un’ora e mezzo dopo era un uomo morto per “reiterato traumatismo contusivo del capo con frattura temporale destra ed emorragia sub aracnoidea diffusa”.

NOTA: Questo articolo è stato modificato e aggiornato alle 12:40 del 2° ottobre 2014.

LE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA DELLA MARRANELLA PER SHAHZAD (DOMENICA 28 SETTEMBRE – FOTO BLITZ QUOTIDIANO)

  FIORI E BIGLIETTINI SUL LUOGO IN CUI È STATO UCCISO SHAHZAD (FOTO BLITZ QUOTIDIANO)

LA MANIFESTAZIONE PER DANIEL, IL RAGAZZO ROMANO ARRESTATO PER OMICIDIO PRETERINTENZIONALE (DOMENICA 21 SETTEMBRE -FOTO BLITZ QUOTIDIANO)

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