ROMA – Nel 2015 sono state registrate 2.256 aggressioni nei confronti di poliziotti, carabinieri, agenti di polizia municipale, operatori delle altre forze di polizia e pubblici ufficiali. Di media quindi circa sei aggressioni al giorno. E tra l’altro si tratta solo di aggressioni avvenute su strada durante i controlli, con esclusione di tutto ciò che riguarda la gestione dell’ordine pubblico (stadi, manifestazioni, No Expo, No Tav, ecc).
Dati pubblicati dall’osservatorio “Sbirri Pikkiati” dell’Asaps, l’Associazione sostenitori Polstrada. In Italia, dunque, “ogni quattro ore almeno un operatore di polizia finisce in ospedale, spesso con conseguenze invalidanti, fisiche e psicologiche, che lo accompagneranno per tutta la carriera”, commenta il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni.
Nel 2015 in 443 casi, il 19,6% del totale (21,6% nel 2014), l’aggressore ha fatto uso di armi (bastoni, coltelli, cric, in molti casi la stessa auto per travolgere l’agente o qualsiasi strumento idoneo ad aumentare le conseguenze dell’aggressione). I più colpiti sono stati ancora una volta i carabinieri, con il 49,3% delle aggressioni (in tutto 1.113), in lieve aumento rispetto alle 1.107 del 2014 (48,9%). Seguono la Polizia di Stato con 716 episodi (31,7%; 33,3% nel 2014), la Polizia Locale con 253 (11,2%; 248 nel 2014) e gli altri corpi con 221 (9,8%). Nel 2015 gli episodi avvenuti al Nord sono stati 1.007 (44,6%), al Centro 542 (24%), al Sud 707 (31,3%). Aumenta ancora il numero di aggressori stranieri (comunitari e non): nel 2015 si sono resi responsabili di 965 eventi, il 42,8% rispetto al 41,8% del totale dell’anno precedente. In 653 casi (29%) erano ubriachi o drogati (235 episodi per sola droga), in diminuzione rispetto al 32,8% del 2014, quando gli episodi connessi con l’uso di sostanze nel 2014 erano stati 231.
“I dati – commenta il presidente dell’Asaps – confermano che l’argine di contenimento delle divise rispetto alla violenza che si manifesta ogni giorno sulle strade è sempre più fragile. Tutto avviene nell’indifferenza pressoché totale dell’opinione pubblica e della stessa politica. Posizione pericolosa e ingenua. Del dilagare della violenza contro le divise sulla strada dovrebbero preoccuparsi per primi i cittadini, ancor più degli agenti e carabinieri, perché dopo l’argine – sottolinea Biserni – ci sono loro come destinatari e vittime di una violenza sempre più tracotante e ormai di fatto quasi impunita”.