VENEZIA – Sfrattata di casa per ospitare i profughi. Succede a Malamocco, antico borgo di pescatori in provincia di Venezia, dove il parroco Cesare Zanusso ha deciso di seguire alla lettera l’appello di papa Francesco. Solo che a farne le spese è un’anziana signora di 75 anni in evidenti difficoltà economiche, che da 50 anni vive nella casa di proprietà della parrocchia pagando un affitto simbolico di 43 euro. Ma il sospetto è che la solidarietà di Don Cesare per i migranti, a scapito dell’italiana, sia in realtà orientata ad un ben più proficuo accordo con la Prefettura.
L’appartamento di 155 metri quadri che l’anziana, recentemente rimasta vedova, dovrebbe lasciare ha problemi all’impianto elettrico e al riscaldamento. La parrocchia ha così deciso di metterlo a disposizione dei migranti a patto che la Prefettura si assuma l’onere di pagare le spese di ristrutturazione. “La casa è inagibile – ha spiegato lo stesso Don Cesare al Corriere – l’impianto di riscaldamento e quello elettrico sono fuori norma, se succede qualcosa la responsabilità è della parrocchia. Ora la casa verrà chiusa, noi non abbiamo soldi per restaurarla. Seguendo le parole di papa Francesco, che ha invitato le parrocchie ad accogliere i profughi, potremmo mettere a disposizione la casa se la Prefettura o la Regione sono disponibili a eseguire i lavori necessari ad avere l’agibilità”.
Quanto all’anziana, “non la mando via – si è giustificato il prete – le avevo già chiesto di collaborare per rifare gli impianti e pagare un affitto congruo, ma non ha voluto”. Ma sarebbe più corretto dire che non ha potuto, perché la sola pensione di reversibilità del marito non le bastava. Don Cesare però si è fatto i conti: “Con quella cifra non sono in grado neppure di pagare le tasse, è uno sfruttamento della parrocchia”. E allora meglio accogliere i profughi, economicamente è più vantaggioso.
Del caso ora si è interessato il Comune. Il presidente Danny Carella è andato a incontrare l’anziana: “Era molto spaventata dall’idea di essere buttata fuori casa e molto confusa – riporta Carella al Corriere – mi auguro che si trovi un accordo con la parrocchia”. Anche perché la signora, avendo una pensione, non può sperare neppure di ottenere una casa popolare.