ROMA – La seconda prova dell’esame di Maturità per i licei scientifici, la prova di matematica, sarà un test sul modello del “problem solving” e non lo studio di una funzione, la risoluzione di un’equazione o il calcolo di un integrale. L’idea è quella di avvicinarsi di più agli standard internazionali, dove conta di più la capacità di ragionare e risolvere, più che quella di ricordare e saper utilizzare tutte le nozioni apprese. Il “problem solving” è anche una delle attitudini più richiesta dalle aziende quando devono selezionare il personale.
Il 25 febbraio il Ministero dell’Istruzione ha sperimentato la prima simulazione di “problem solving”: tre ore di test in 716 licei scientifici per 47.260 studenti. Il prossimo test sarà il 22 aprile, a due mesi dall’esame. Scrive Corrado Zunino su Repubblica che più di 8 ragazzi su 10 hanno scelto la traccia “Una collisione fra meteoriti”:
Il testo parlava della simulazione di un crash in un videogioco all’interno di un museo scientifico interattivo. All’esaminando veniva chiesto di aiutare “Marco e Luca” a determinare l’equazione che rappresenta la curva del primo meteorite. Poi, bisognava aiutare i due amici, ultima di cinque domande, a trovare il tempo d’urto. “Comprendere, individuare, sviluppare il processo, argomentare”. La maggior parte degli studenti a campione c’è riuscita: il 56 per cento è risultato sufficiente (in una valutazione da uno a quindici, come accade alla Maturità). Il 19 per cento ha preso un voto superiore all’otto. Il resto, il 44 per cento — e sono comunque tanti — è sotto il sei. Il 19 per cento sotto il quattro.
Sembrano numeri pesanti, ma i dirigenti del ministero che curano la maturità dicono che “no”, i votacci in matematica da noi sono abituali e questa volta si vede un miglioramento. Il 45 per cento insufficiente è in media con la Maturità 2014 e chi ha fatto bene nella simulazione dello scorso febbraio ha fatto meglio dei predecessori di giugno 2014. Chi è stato insufficiente, ha fatto meno peggio dei precedenti maturandi. Segnalano al Miur: la tranche più larga — 17.238 studenti — ha preso un voto tra il 6 e il 6-7. Colpisce che il risultato “45 per cento sotto il sei” sia migliore di quello dell’ultima maturità, evidentemente disastrosa in matematica.
E c’è un blocco di professori del settore che ha scelto di attaccare l’esperimento. La società Mathesis, la più antica in Europa sulla materia, istituto matematico della Seconda università di Napoli, ha coinvolto 253 docenti e scritto al ministro Stefania Giannini. Questo: «Segnaliamo l’ansia e la preoccupazione che sta turbando la nostra azione, turbamento causato dalle contraddittorie direttive impartite dal Miur».
La simulazione chiesta alle classi quinte «è stata una brutta prova, ci ha disorientato e una seconda simulazione è annunciata per il 22 aprile, a poco più di un mese dall’esame. Se volete andare avanti, almeno dateci le prove di cui il ministero è in possesso. Interessate la comunità scolastica piuttosto che ricorrere a una simulazione nazionale che entra nell’intimo delle progettazioni didattiche, ne detta i contenuti con un autoritarismo inappropriato. Nell’attesa del 22 aprile, nutriamo dubbi su che cosa insegnare e far apprendere».