Tre mesi fa lo avevano arrestato in diretta tv. Pier Gianni Prosperini partecipava a un programma televisivo proprio per ribadire con sdegno e decisione la sua innocenza. Ora patteggia una pena a tre anni con un risarcimento di quattrocentomila euro. L’accusa per l’ex assessore allo sport della Regione Lombardia, con un passato in Alleanza nazionale e un presente nel Pdl, era pesante: corruzione, turbativa d’asta e truffa.
L’indagine della Procura di Milano aveva portato a ipotizzare che Prosperini avesse preteso una “mazzetta” da 230mila euro dall’imprenditore Raimondo Lagostena, per “pilotare” un appalto regionale da oltre sette milioni di euro “per la realizzazione del progetto di comunicazione per la promozione del turismo nella Regione Lombardia del 2008-2010”. La richiesta del patteggiamento l’ha formulata proprio lui e i magistrati che lo accusano hanno accettato la proposta, in attesa che il gip Gambitta decida di approvare la “congruità” della sanzione.
Su Prosperini ci sono altre tre indagini in corso per presunta corruzione: anche con questo patteggiamento le inchieste andranno avanti per far luce sulla gestione da parte dell’ex assessore dei fondi regionali per lo sport e il turismo.
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