Qualità della vita peggiora: Val D’Aosta “paradiso”, Lazio “infernale”

ROMA – La qualità della vita in Italia è peggiorata. L’Osservatorio Accredia e il Censis hanno individuato 4 indici di qualità applicabili non solo alle imprese, ma a qualunque tipo di attività. Se il Nord è ancora il miglior posto in cui vivere, con la Valle d’aosta prima regione per qualità di vita in Italia, il Lazio è l’ultima regione nella classifica. Il presidente del Censis Giuseppe De Rita ha detto: “L’originalità dopo un po’ è destinata a consumarsi. Bisogna puntare su efficienza, visione del futuro e cura del dettaglio, i fattori su cui abbiamo costruito questo Paese”.

Gli indici stabiliti dall’Osservatorio Accredia, il cui presidente è Federico Grazioli, riguardano il sistema produttivo, l’offerta dei servizi pubblici, la tutela e la conservazione ambientale e la qualità della vita. Si scopre cos’ che il sistema produttivo italiano è migliorato dal 2005 con un consistente rialzo trainato da Lombardia, Piemonte, emilia Romagna, Veneto e Lazio. Quest’ultima regione pecca però sul lato ambientale, guadagnando l’ultimo posto, con l’indice ambientale che dal 2008 ha subito un vero e proprio crollo. Se cercate un buon “ambiente” in cui vivere, ai primi posti della classifica vi sono la Valle D’aosta e il Trentino Alto Adige.

L’indicatore di qualità della vita invece tiene conto di 18 variabili statistiche che vanno dal reddito ed il consumo delle famiglie ai livelli occupazionali, ha subito un abbassamento. Ai primi posti sempre il Nord con la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia ed il Trentino Alto Adige. Decresce anche l’indice della qualità dei servizi pubblici, dove le regioni del Nord e del Centro Italia sopra alla media, seppur di poco, ed il Meridione molto al di sotto della media.

De Rita ha detto: “Pur in un momento così difficile dal punto di vista economico, resto dell’opinione che il sistema produttivo mostri una propria forza intrinseca sulla quale dobbiamo ricominciare a investire. Se la finanza distrugge valore, la nostra economia reale, fatta di piccole e medie imprese, ha ancora capacità di respiro forte, ha una sua riconoscibilità solida all’estero, grazie alla qualità dei propri prodotti”. Importante anche le certificazioni per le aziende, come assicura Grazioli: “Le certificazioni rappresentano un vero e proprio passaporto per le nostre imprese, che vedono riconosciuta la propria qualità a livello internazionale e soprattutto sono una leva importante per snellire la burocrazia e semplificare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione”.

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