RAVENNA – In nemmeno un anno circa 160 chiamate mute, quasi tutte realizzate nel cuore della notte, al numero di casa della famiglia dell’ex fidanzato a Roncalceci, frazione di Ravenna. Molestie che sono costate ad una donna di 35 anni di Ravenna, la condanna a un mese di arresto con pena sospesa (la Procura ne aveva chiesti due).
Il giudice monocratico Milena Zavatti ha anche condannato la ragazza a pagare le spese legali e a risarcire in separata sede madre, padre e sorella dell’ex costituitisi in parte civile. La telefonate erano iniziate a inizio marzo 2008, cioè subito dopo la fine della convivenza tra i due e il ritorno dell’ex fidanzato a casa con i genitori. Ed erano continuate almeno per tre anni, secondo quanto riferito dalle parti civili. Anche se il capo d’imputazione si fermava al 22 febbraio 2009.
In quello stesso periodo per la donna di 35 anni era stato aperto un secondo procedimento: questa volta per stalking nei confronti dell’ex. I carabinieri avevano delineato un quadro fatto di continui pedinamenti, di appostamenti e di immondizia sparsa nel cortile dell’uomo. Ma nel caso c’erano finiti anche danni alla vettura dell’ex, finti investimenti di lui con l’auto, insulti via Facebook e chiamate alla nuova compagna dell’uomo.
Il 4 ottobre 2011 la ragazza aveva patteggiato sei mesi di carcere con pena sospesa. In mano a quel punto aveva già il decreto penale di condanna per le molestie telefoniche pari a un’ammenda di 150 euro. La difesa aveva però presentato opposizione determinando il processo che si è celebrato la mattina del 12 aprile, durante il quale il legale ha tra le altre cose lamentato il fatto che si trattasse di un caso di doppio giudicato visto che la donna era stata chiamata in causa per gli stessi avvenimenti patteggiando la pena.