REGGIO EMILIA. – Aprile 2012: Ivan Forte, 27 anni, uccide la compagna Tiziana Olivieri, 40 anni, a Fontana di Rubiera, nel Reggiano. La strangola e appicca il fuoco alla loro stanza da letto per cercare di cancellare ogni prova mentre nella stanza a fianco dormiva il loro bimbo di undici mesi. Forte confessa il delitto e finisce in carcere.
Maggio 2013. Meno di un anno dopo. Ivan Forte esce di prigione per ‘decorrenza dei termini di custodia cautelare’.
In 12 mesi, insomma, non è stata neppure fissata la prima udienza del processo. La procura di Reggio aveva tempestivamente richiesto ili giudizio immediato per Forte, ma non sarebbe poi stato disposto dal Gup il giudizio immediato con la fissazione della prima udienza. In concomitanza con la scarcerazione il giudice per le indagini preliminari di Reggio, Antonella Pini Bentivoglio, ha disposto per lui l’obbligo di dimora a Castrovillari, in Calabria, casa dei familiari.
Forte ha anche l’obbligo di firma tre volte a settimana davanti alla polizia giudiziaria e non potra’ uscire dall’abitazione nelle ore notturne. ”Una sola cosa le posso dire: mio figlio non e’ un delinquente”, ha commentato il padre, Nicola Forte, a il ‘Resto del Carlino’ che ha riportato la notizia con la’ Gazzetta di Reggio’.
”La scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare è automatica”, spiega l’avvocato difensore, Fabio Lombardi del foro di Rimini. Da parte sua, dunque, non e’ stata necessaria alcuna richiesta. ”Si tratta di un processo particolare”, ha spiegato il legale, ”la nostra perizia psichiatrica deve ancora essere ultimata. E ancora non si e’ capito perche’ un ragazzo normalissimo e bravissimo come Ivan possa aver fatto una cosa del genere. E’ successo qualcosa di natura psichiatrica che ancora dobbiamo accertare”. Rabbia e sconcerto tra i familiari della vittima.
Al ‘Carlino’ il fratello della donna uccisa, Alessandro Olivieri, ha detto: ”E’ libero anche di venire ad ammazzarci, di portare via suo figlio; tanto, che cosa ha da perdere questo ragazzo? Ha gia’ confessato un omicidio, che cosa gli cambia? Lo Stato ci ha abbandonati, questa e’ una vergogna”.
I commenti sono chiusi.