“Qui tutti hanno dei diritti. Anche i ricchi. E allora mercoledì scorso ho presentato un’interrogazione parlamentare in Senato”. Ad elevarsi paladino dei più fortunati è il senatore Riccardo Villari, noto alle cronache per la questione della commissione di vigilanza della Rai. Il senatore del Partito Radicale accende la televisione e vede scorrere le immagini del sequestro dello yacht di Flavio Briatore. “Lei portata via come una delinquente dalla sua barca, Il bambino… L’arrembaggio… Troppo. Tanto che ho pensato: anche i ricchi piangono”. Villari non ci sta e, come racconta al quotidiano il Giornale, decide di chiedere un’interrogazione parlamentare sull’accaduto.
“A chiunque ne capisce un po’ di barche quell’abbordaggio è apparso strano”. Una spettacolarizzazione fuori luogo. Per accertare i reati era l’unico mezzo? – si chiede Villari – O tutto questo si fa perché quel signore si chiama Briatore? Qui tutti hanno dei diritti. Anche i ricchi”.
La vicenda è nota. La scorsa settimana la guardia di finanza hanno fatto irruzione sullo yacht ‘Force Blue’, ormeggiato al largo di La Spezia, dove Flavio Briatore ed Elisabetta Gregoraci alloggiavano con il loro bimbo di due mesi, Falco. Il proprietario del noto locale ‘Billionaire’ sarebbe infatti indagato con le accuse di contrabbando e frode fiscale.
Ma la polemica è scoppiata per i modi. Durante il blitz dei finanzieri la Gregoraci è stata fatta scendere dall’imbarcazione in tutta fretta, insieme al piccolo Falco Nathan. “Mi sono messa a piangere, che altro potevo fare? Ho preso al volo due cose per Falco Nathan e sono scesa giù come mi chiedevano di fare – si è lamentata – Ho dovuto lasciare la culla, il fasciatoio, le medicine, i prodotti speciali per la pulizia del piccolo. Tutto, insomma. Questa era diventata la sua casa in attesa che finissero la nostra nuova abitazione a Montecarlo, questione di giorni. È stato un trauma per me e per il bambino”. Tanto che la Gregoraci, per lo spavento, avrebbe perso il latte.
Riccardo Villari giura di non conoscere la coppia. Ma nel vedere quelle immagini in televisioni ha provato un “impulso irresistibile”. L’epatologo, in fondo, ha sempre preso sul serio i suoi compiti. Eletto nel novembre del 2008 dalla maggioranza (Pdl e Lega) a presiedere la Commissione di Vigilanza della Rai, Villari è stato da subito invitato dal suo partito, il Pd, a dimettersi. Invito che però lui non ha mai raccolto, anzi. Nonostante tutte le pressioni, non si è dimesso ed il Partito democratico lo ha espulso. Così Villari non ha mollato la sua poltrona e ha perso la presidenza della Vigilanza solo in seguito allo scioglimento della commissione il 21 gennaio 2009.
“Come ha scritto anche il Financial Times, adesso gli stranieri ci penseranno due volte prima di entrare (in Italia) con questi megayacht. E poi. Scisate. Se o foò,ato distribuiti alle tv, col marchio Guardia di Finanza, erano parte dell’indagine è stato violato il segreto istruttorio. Se non era così, quantomeno c’è stato un abuso d’ufficio. Attendo spiegazioni”.