ROMA – Sette persone arrestate tra i 21 indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio, tra cui anche Manlio Cerroni, il proprietario dell’area della ex discarica di Malagrotta, e l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Nell’ambito dell’inchiesta la Guardia di Finanza ha poi sequestrato beni mobili e immobili per un valore di 18 milioni di euro.
Tutti gli arrestati si trovano ai domiciliari e tra questi vi sono anche Bruno Landi, ex presidente della Regione Lazio, Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l’imprenditore Piero Giovi, il dirigente della Regione Lazio Raniero De Filippis, e il direttore della discarica di Albano Laziale Pino Sicignano.
Le indagini sono state condotte dai militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) diretti dal colonnello Sergio De Caprio, anche noto come ‘Ultimo’ (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini. Le ipotesi di reato contestate agli indagati sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti e, a seconda delle posizioni, di violazione di norme contro la pubblica amministrazione e di truffa in pubbliche forniture.
L’ex governatore Marrazzo è iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di abuso d’ufficio e falso, in concorso con Manlio Cerroni, Avilio Presutti, Luca Fegatelli, in relazione all’emanazione di ordinanza che consentiva al consorzio Coema di avviare “l’attività per la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione di Albano Laziale”, ordinanza ritenuta “illegittima in quanto il commissario straordinario aveva cessato i suoi poteri in data 30 giugno 2008 ed il presidente della Regione Lazio era pertanto divenuto incompetente”, si legge nell’ordinanza cautelare.
Devid Porrello, consigliere regionale M5s, ha dichiarato: “Vorrei prima di tutto ringraziare le forze dell’ordine che hanno realizzato gli arresti. Le accuse sono gravissime e convergenti con i timori che da mesi proviamo a portare nell’aula di via della Pisana”.
Il consigliere M5s della Regione Lazio ha poi aggiunto: “Nelle nostre interrogazioni sul sistema dei rifiuti laziali avevamo già indicato le responsabilità di Fegatelli e De Filippis, confermati da Zingaretti ai vertici dell’amministrazione regionale. Zingaretti ora deve fare una profonda riflessione sulla strada da seguire per istituire un ciclo virtuoso dei rifiuti, tenendo ben presente la sua abilità nel circondarsi di personaggi come quelli arrestati oggi. Spero che da oggi si smetta di parlare di Monti dell’Ortaccio e di considerare la COLARI (il cui patron Manlio Cerroni è stato arrestato, ndr) come un interlocutore privilegiato, è il momento di portare la legalità anche nella gestione dei rifiuti e di aiutare le forze dell’ordine e gli inquirenti a fare luce e giustizia sulle centinaia di casi di ecomafia presenti sul territorio regionale”.
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