ROMA – Ri-nevica. O meglio, continua a nevicare dove non ha mai smesso e ricomincia a nevicare al centro sud, con fiocchi che cadono anche alle porte di Roma. Così il presidente del Consiglio Mario Monti ha convocato per martedì alle 19 il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.
Alla fine del vertice il presidente del Consiglio si limita, in un comunicato, a chiedere ai Ministri competenti di assicurare ”l’impegno più incisivo da parte di tutte le strutture del governo del territorio e delle imprese di gestione dei pubblici servizi”.
Il comunicato dopo il vertice. Il Presidente del Consiglio Mario Monti – si legge nel comunicato diffuso da palazzo Chigi al termine del consiglio dei ministri – ha riferito di avere ricevuto il Prefetto Gabrielli, alla presenza anche del Ministro dell’interno Cancellieri, del Vice Ministro Grilli e del Sottosegretario Catricala’, per un esame della situazione a seguito dell’ondata di maltempo. Sulla base dell’ampia relazione fornitagli dal Capo del Dipartimento della Protezione civile, il Presidente ha informato il Consiglio dei Ministri sulle misure emergenziali adottate e su quelle ancora da intraprendere, cosi’ come sulle azioni di carattere preventivo necessarie per fronteggiare la nuova perturbazione attesa per la fine di questa settimana, sensibilizzando tutti i Ministri competenti ad assicurare l’impegno piu’ incisivo da parte di tutte le strutture del governo del territorio e delle imprese di gestione dei pubblici servizi al fine di tutelare la pubblica e privata incolumita’, nel quadro del coordinamento esercitato dal Dipartimento della Protezione civile”.
Gabrielli battagliero. Di certo Monti si è trovato di fronte un Gabrielli battagliero, lo stesso che in mattinata si è presentato in Senato per raccontare quanto è stato fatto e cosa si ha intenzione di fare per tamponare l’emergenza maltempo.
Ai senatori il capo della Protezione civile ha spiegato che se la macchina dei soccorsi non si è mossa in modo adeguato perché la legge 10 del 2011 ha reso la sua “Protezione civile non più operativa”. Riferimento chiaro alla norma approvata dal Governo Berlusconi che stabilisce, tra le altre cose, che ogni spesa e ogni atto della Protezione civile, anche in stato di emergenza, devono esser fatti con ”il concerto” del ministero dell’Economia e con un controllo preventivo della Corte dei Conti sulle spese. Ovvero, anche se ci sono paesi isolati, morti assiderati e treni bloccati, occhio al portafogli.
Quanto al suo incarico Gabrielli ha anche detto di essere pronto a dimettersi. Gesto “signorile” ovviamente irricevibile se non altro per tempistica visto che siamo ancora nel pieno dell’emergenza.
Ma quella di oggi è stata prima di tutto un’autodifesa, personale e di corpo: “Per tutto sabato – è il pensiero del capo della Protezione civile – io sono stato messo alla berlina su tutte le tv e gli organi di informazione. Chiedo rispetto. Avevo l’obbligo morale di difendermi”.
Gabrielli allude in modo evidente proprio alla polemica continua tra Protezione civile e sindaco di Roma. Polemica costruita su presunte previsioni meteo sbagliate o diffuse in ritardo. E quindi, in Senato, rincara la dose: “Quello che fa la differenza non sono le previsioni ma le pianificazioni. Rimettersi al gioco delle previsioni è al momento impraticabile”. Messaggio neppure troppo in codice al sindaco di Roma che suona più o meno come: “Non eravamo noi ad aver dato informazioni sbagliate, ma tu che non eri pronto a gestire l’emergenza”.
Rimane un problema: ha nevicato e in molte parti d’Italia continua a farlo. Anche dove ha smesso il ghiaccio e la neve sono rimasti. Non solo: questo week end è atteso il picco del gelo e potrebbe tornare la neve anche a Roma, città che si è mostrata assolutamente non pronta a convivere con i fiocchi bianchi. Se e quando succederà il problema non sarà di operatività o responsabilità, sarà di sicurezza e di salvataggio di vite.
Monti, da Gabrielli, non si aspetta discussioni sull’operatività. Si aspetta, invece, che quel numero di vittime (bilancio solo tra lunedì e martedì è di 10 morti) non salga ancora. La Protezione civile, “operativa” o meno, in questo resta decisiva.